Rapporti con l'UEAccordo quadro, per il Nazionale sono «necessari negoziati complementari»
ATS
20.6.2019
Anche per il Nazionale, il Consiglio federale deve condurre negoziati complementari con l'Unione Europea o prendere altri provvedimenti adeguati per migliorare l'accordo istituzionale con Bruxelles.
La Camera del popolo ha infatti accolto una mozione in tal senso per 122 voti a 38 e 24 astenuti, dopo che la settimana scorsa gli Stati avevano fatto altrettanto con un atto parlamentare simile.
Il testo riprende parzialmente alla lettera quanto domandato già dalla Camera dei Cantoni. Nella sua mozione, il Consiglio nazionale sollecita il Consiglio federale su tre ambiti.
Tre ambiti da migliorare
Per quel che concerne i salari, l'attuale livello di protezione deve essere garantito e, all'occorrenza, deve poter essere esteso. In secondo luogo, la direttiva sui diritti dei cittadini dell'UE non è accettabile per la Svizzera e va pertanto espressamente esclusa. Infine, occorre garantire che gli aiuti statali conosciuti oggi nella Confederazione non siano lasciati da parte e che il necessario margine di manovra sia mantenuto in futuro.
L'UE ha frattanto comunicato che non intende rinegoziare l'accordo istituzionale, ma che è pronta per discutere di eventuali chiarimenti.
Dibattito infiammato
La mozione di giovedì è stata preceduta da un dibattito infiammato durante il quale la maggioranza delle forze politiche, tranne l'UDC, ha sostenuto l'accordo istituzionale, malgrado il testo contenga aspetti problematici sui quali bisognerà ottenere chiarimenti da Bruxelles. I rapporti con l'Europa sono troppo importanti per la nostra economia e quindi il nostro benessere.
Le posizioni dei partiti
Verdi e socialisti hanno sottolineato la necessità di preservare la protezione dei salari praticati in Svizzera, condizione essenziale a loro parere per ottenere anche il sostegno del popolo in caso di un'eventuale votazione e per contrastare l'iniziativa dell'Udc contro la libera circolazione. La mozione sostiene il Consiglio federale nei suoi sforzi di ottenere miglioramenti.
Verdi liberali e Partito borghese democratico non hanno sostenuto la mozione, giudicandola inutile, dal momento che l'Ue ha escluso ulteriori negoziati. Insomma, il Consiglio federale dovrebbe, invece di tergiversare, sottoporre al più presto il testo dell'accordo al Parlamento.
L'UDC ha sostenuto la mozione, pur dicendosi contraria per principio a un accordo che fa della Svizzera, a suo parere, un vassallo di Bruxelles.
Cassis: "Berna intende continuare a parlare con l'UE"
Durante il suo intervento, il consigliere federale Ignazio Cassis ha chiesto al plenum di respingere la mozione per ragioni formali, ma non è stato ascoltato. Ad ogni modo, ha sottolineato, la Svizzera intende continuare a parlare con l'UE per ottenere i miglioramenti richiesti, gli stessi contenuti nella mozione. L'accordo istituzionale in sé, ha aggiunto, è stato perlopiù accolto positivamente dagli ambienti consultati.
Il presidente della commissione Claude Juncker ci ha comunicato di essere disposto ad incontrarci per discutere dei chiarimenti da noi richiesti che potrebbero sfociare in dichiarazioni comuni sugli aspetti problematici (protezione salari, cittadinanza europea, aiuti statali, n.d.r) dell'intesa. Per questo motivo la mozione è inutile, ha spiegato il ministro degli esteri.
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