Votazioni 13 febbraio«Indipendenza giornalistica preziosa, pericoloso mettere i media sotto il controllo dello Stato»
fc, ats
13.1.2022 - 15:14
La stampa rappresenta il «quarto potere» dello Stato. Il suo compito è creare trasparenza e sorvegliare le autorità. L'indipendenza giornalistica è il suo bene più prezioso. Sarebbe sbagliato e pericoloso per lo Stato mettere i media sotto il suo controllo.
13.01.2022, 15:14
13.01.2022, 18:02
SDA
Lo afferma il comitato interpartitico contrario al pacchetto di misure in favore dei media, su cui il popolo sarà chiamato ad esprimersi il 13 febbraio.
Il comitato – composto da oltre 90 parlamentari ed ex deputati provenienti da PLR, Alleanza del Centro, UDC, UDF e Lega – ha presentato oggi in conferenza stampa i propri argomenti. Dal suo punto di vista, gli aiuti finanziari immaginati da governo e parlamento danneggerebbero in modo duraturo la democrazia e lo stato di diritto. Sono i media che devono controllare lo Stato, non il contrario, ha affermato l'ex consigliere nazionale e presidente di Medienfreiheit (Azione libertà dei media) Manfred Bühler (UDC/BE).
La diversità dei media è certamente un aspetto importante per la democrazia, ma il settore può e deve accompagnare il cambiamento strutturale in modo autonomo e sotto la propria responsabilità, ha aggiunto la consigliera nazionale Jacqueline de Quattro (PLR/VD). Il mercato e la concorrenza devono garantire la diversità dell'offerta. Tale compito non può in nessun caso essere delegato all'amministrazione federale.
Per il comitato, il pacchetto crea nuove dipendenze tra i media e la politica. «Quello che più mi preoccupa sono i nuovi pagamenti diretti agli editori», ha sostenuto Philipp Kutter (Centro/ZH). «Ciò compromette l'indipendenza giornalistica», ha aggiunto.
I tentativi da parte della politica di influenzare i media sono reali. Non sono rivolti solo ai contenuti giornalistici, ma anche alla gestione aziendale. Basta osservare la SSR per rendersene conto: quando ha voluto trasferire uno studio radiofonico (da Berna a Zurigo, ndr), il direttore generale è stato chiamato a giustificarsi davanti al Parlamento, ha ricordato Kutter. Si può quindi prevedere che in futuro anche gli editori privati verranno convocati, ed è probabile che l'aumento previsto dei contributi finanziari susciti aspettative che, prima o poi, si tradurranno in esigenze supplementari, ha sostenuto il centrista.
Le sovvenzioni creano inoltre dipendenze finanziarie: la distribuzione di aiuti favorisce l'emergere di mezzi di comunicazione insostenibili e incapaci di reggersi con le proprie gambe. Mantiene quindi vivi media che i consumatori in realtà non vogliono. La stampa che dipende dal denaro pubblico è un pericolo per la democrazia, afferma il comitato.
Gli aiuti tendono inoltre a cristallizzare la situazione attuale e ostacolano l'innovazione. Per le piccole start-up sarà ancora più difficile lanciare un nuovo prodotto visto che le sovvenzioni rafforzeranno le offerte esistenti, afferma il consigliere agli Stati Ruedi Noser (PLR/ZH).
A tal proposito, Jacqueline de Quattro ha evidenziato come la maggior parte dei sussidi previsti dal pacchetto non andrà ai giornali regionali più piccoli, ma ai grandi editori, a causa della crescente concentrazione nel settore. I grandi gruppi mediatici hanno tuttavia realizzato solidi profitti, nonostante la pandemia.
Criticato è anche il fatto che i sussidi verrebbero versati solo ai media a pagamento. «Il promotore di un portale online a pagamento beneficerebbe delle sovvenzioni, mentre i siti regionali gratuiti – ad esempio perché non c'è una clientela disposta a pagare – non riceverebbero nulla», ha evidenziato Kutter. I media non vengono quindi valutati in base alla loro qualità e importanza per il territorio, ma in base al loro modello di business, ha deplorato lo zurighese.
Contenuti del pacchetto
Il pacchetto media propone, tra le altre cose, di estendere il sostegno indiretto alla stampa per la distribuzione mattutina dei giornali. Per tale scopo sono stati stanziati 120 milioni.
Altri 30 milioni all'anno sono destinati ai media online per promuovere la transizione digitale. I contributi saranno versati fino a un massimo del 60% del fatturato generato dall'azienda. Vengono anche sostenute le agenzie di stampa, le scuole di giornalismo e il Consiglio svizzero della stampa.
Non sono previste nuove tasse. Le riduzioni del costo della distribuzione e il sostegno ai media online nazionali sono inoltre limitati nel tempo e decadono dopo sette anni.
Per governo e Parlamento il pacchetto media è necessario per sostenere il settore che sta vivendo una forte crisi: i proventi della pubblicità finiscono sempre più spesso verso le piattaforme internet internazionali. La stampa elvetica, e di riflesso anche la democrazia, ne soffre, in particolare quella locale e regionale, affermano le autorità.