«Vivere con il virus»Armando Braswell: «A volte ho l’impressione di essere in paradiso»
Sulamith Ehrensperger
20.4.2020
Il coronavirus impone a tutti una diversa quotidianità. Ma come adattarsi a questa nuova vita? «Bluewin» vi propone una serie di articoli nei quali, per una settimana, darà la parola, ogni giorno, ad un personaggio diverso. Oggi, incontriamo il ballerino Armando Braswell.
«Sono un ballerino e professore di danza originario di New York e ho superato grandi ostacoli nella mia vita. La mia carriera di danzatore mi ha permesso di lasciarmi alle spalle la povertà in cui vivevo da piccolo. Oggi, però, la danza scenica è in crisi. Tutti i luoghi connessi all’arte coreutica sono chiusi, compresa la mia scuola di danza qui a Basilea. Sono caduto dalle nuvole.
A proposito di Armando Braswell
Armando Braswell è originario di New York. La sua carriera di ballerino gli ha permesso di uscire dalla povertà. Tra gli altri suoi incarichi, è stato danzatore solista al balletto di Basilea. Oggi, è proprietario del Braswell Arts Center a Basilea.
Nella mia vita, ho sempre sognato in grande. Ogni centesimo guadagnato durante la mia carriera di ballerino l’ho investito nel Braswell Arts Center, una scuola che punta a far accedere al mondo della danza e dell’arte anche i bambini e i giovani socialmente svantaggiati.
Io, che fatico a restare seduto, io che sono sempre stato dinamico nel corso della mia vita, sono ormai costretto al telelavoro. In questa fase propongo le esercitazioni in diretta internet. La nostra pianista è connessa e suona in diretta dall’Italia. E funziona: a New York, in Inghilterra, in Austria e in Svizzera, la gente danza con noi.
Non guadagno niente facendo tutto questo. Devo inoltre pagare l’affitto della scuola di balletto e poi dovrò anche versare i fondi per il sostegno alla lotta contro il coronavirus. Tuttavia, non è il momento di pensare agli incassi, ma all’onestà. Con la mia danza voglio raggiungere la gente là fuori, aiutarla ad attraversare questi momenti difficili. Nella mia vita, ho sempre notato l’aiuto degli altri nei miei confronti. Vorrei poter restituire un po’ di quello che ho ricevuto.
Fino a poco tempo fa, ero ballerino solista al teatro di Basilea. La danza soffre particolarmente questa battuta d’arresto: non ci sono spettacoli, pubblico, prove. Così, il coronavirus rappresenta una crisi personale per ogni danzatore. Improvvisamente ci chiediamo: cosa faccio? Chi sono in realtà? Ma io credo davvero che l’arte possa essere un grande sostegno nei momenti difficili.
Sono sposato e padre di due figli, che hanno sette e dieci anni. Trascorro le giornate a casa con la mia famiglia. Mi devo occupare delle faccende domestiche e dei compiti dei ragazzi. Con la matematica direi che me la cavo ancora, ma ho difficoltà con le lingue. Comunque, mi piace il fatto di essere in famiglia. A volte, ho l’impressione di essere in paradiso. Ma non oso mai dirlo.»
La Serie «Vivere con il virus»
Come vive la Svizzera in tempo di coronavirus? Per una settimana, «Bluewin» dà ogni giorno la parola ad una persona diversa, in una serie di articoli dedicati alla loro nuova vita quotidiana. Queste persone svolgono professioni completamente diverse, per fornire una vasta panoramica su vite differenti.
Coronavirus: i più famosi luoghi turistici sono deserti
Coronavirus: i più famosi luoghi del turismo sono deserti
Il coronavirus ha invaso il mondo intero: la gente è chiusa in casa, in alcuni luoghi è decretato il coprifuoco. Risultato: tutto è vuoto, come nel caso del famoso Ponte Carlo a Praga, sul quale un passante cammina tutto solo.
Immagine: Keystone
Vicino al famoso incrocio di Times Square a New York, un solitario rivenditore di snack mostra che il coronavirus si è impossessato anche degli Stati Uniti. Laddove normalmente i turisti si accalcano gli uni sugli altri e le auto creano ingorghi, si osserva un vuoto desolante.
Immagine: Keystone
Anche la famosa Reeperbahn ad Amburgo, conosciuta per i suoi luoghi di divertimento, è deserta. La città ha proibito tutti gli assembramenti e gli eventi pubblici, mentre i club e i bar hanno chiuso.
Immagine: Keystone
Abitualmente, i turisti fanno la coda per vedere il Colosseo. Ma anche a Roma, la gente non può uscire da casa.
Immagine: Keystone
Anche a Berna, le vie sono ormai vuote e deserte.
Immagine: Keystone
Normalmente, per poter gettare una monetina nella fontana di Trevi a Roma, occorre incunearsi tra la gente. Oggi, non incontriamo anima viva in questo luogo turistico.
Immagine: Keystone
Anche se in Baviera non c’è ancora il coprifuoco ufficiale, la Marienplatz di Monaco non è mai apparsa così vuota.
Immagine: Keystone
Sulla Rambla, famoso viale di Barcellona, i turisti si accalcano per tutto l’anno. Ora invece i piccioni possono ormai godersi da soli la totalità di quest’arteria commerciale.
Immagine: Keystone
Non restano più ciclisti in questa via a Vienna. Anche in Austria, sono entrate in vigore restrizioni massicce della vita pubblica.
Immagine: Keystone
Ulica Piotrkowska, a Łódź (Polonia), è una delle più lunghe vie commerciali d’Europa. Ma qui, non c'è più nessuno che pensi allo shopping.
Immagine: Keystone
Anche in Francia, le persone restano a casa, come si vede in questa via sovrastata dalla grande cattedrale di Notre-Dame, a Parigi.
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