L'intervista Baume-Schneider: «Il cinema svizzero può fiorire»

sifo, ats

18.5.2024 - 10:01

La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider alla 77esima edizione del Festival di Cannes.
La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider alla 77esima edizione del Festival di Cannes.
Keystone

Si è chiusa ieri sera con la «Soirée suisse», organizzata da Swiss Films, la visita ufficiale della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider al Festival di Cannes. Tre giorni intensi di scambi, incontri e proiezioni sulla Croisette. Keystone-ATS l'ha incontrata.

Keystone-SDA, sifo, ats

Non capita tutti i giorni che una consigliera federale calchi il tappeto rosso del più prestigioso festival internazionale del cinema come accaduto giovedì sera, poco prima della proiezione di «Megalopolis» di Francis Ford Coppola. Un privilegio dovuto al fatto che la Svizzera è ospite d'onore del Marché du Film, che si tiene a margine del Festival.

Ma a Cannes non c'è di certo solo il tappeto rosso, è «un luogo di cultura e di relax ma anche un luogo di lavoro estremamente intenso», afferma Baume-Schneider. È ciò che ha potuto constatare la consigliera federale giurassiana passando qualche giorno sulla Croisette, dove ha incontrato diversi attori dell'industria cinematografica.

Ampliare le coproduzioni

Nel 2014 la Svizzera è stata esclusa dal programma di finanziamento europeo «Creative Europe». A dieci anni di distanza chiediamo alla consigliera federale se la Svizzera voglia reintegrarlo: «Questo programma purtroppo non fa attualmente parte dei dossier prioritari del Consiglio federale nelle discussioni che conduce con l'Unione europea».

Per rimediare a tale esclusione, il cinema elvetico ha sviluppato le coproduzioni. «Vediamo che è più difficile, ma il lavoro e le collaborazioni continuano. È sempre possibile sviluppare progetti con l'esterno», spiega la consigliera federale.

In Svizzera vengono fatte una trentina di coproduzioni all'anno, ha sottolineato Baume-Schneider ieri mattina nel corso di un incontro con alcuni produttori elvetici.

L'obiettivo è quello di ampliare maggiormente le coproduzioni. Al proposito la consigliera federale sottolinea che incentivare la creazione di una rete, permette di avere più «credibilità e legittimità» e di aumentare il numero di coproduzioni di cui si è partner.

Per quanto riguarda la legge «Lex Netflix», entrata in vigore a gennaio e che obbliga le piattaforme a investire nel cinema elvetico, Baume-Schneider sottolinea che «è molto positivo per il cinema svizzero, ma è ancora troppo presto per dire di preciso cosa questa nuova legge apporterà in termini di finanziamenti supplementari».

Impressioni del festival

Giovedì la delegazione svizzera ha visitato il Marché du Film, accompagnata fra gli altri, dal direttore Guillaume Esmiol. Fra gli stand visitati, c'è quello del Canada, valido partner, e del Messico, con il quale è stato siglato recentemente un accordo di cooperazione.

Nel corso del Festival Baume-Schneider ha potuto assistere a diverse proiezioni fra cui «The Shameless» di Konstantin Bojanov. Ma l'immagine che le resterà maggiormente impressa è quella del film di Judith Godrèche «Moi aussi», presentato al «Cinéma de la plage» sulla spiaggia di Cannes.

«Sono stata molto toccata dai 1'000 volti di donne e uomini che camminano e si espongono. Questa liberazione è essenziale. La nostra società ha bisogno di persone che osino esporsi e di persone che ascoltino e agiscano», dice.

Culture e lingue diverse, un'opportunità

Quest'anno a Cannes sono fra i 300 e 400 i rappresentanti di industria cinematografica e aziende elvetiche, una presenza record. «Penso che dobbiamo ringraziarli, esprimere loro la nostra riconoscenza, ciascuno alla loro maniera è ambasciatore della nostra ricchezza culturale, della nostra diversità, della nostra differenza linguistica», sottolinea Baume-Schneider.

«La nostra diversità culturale è esigente ma anche una grande fortuna perché apre ad altri orizzonti», spiega. Ad esempio, grazie alle diverse lingue la Svizzera può partecipare al mercato italiano, a quello francese e a quello tedesco, prosegue. Cosa che non sarebbe possibile, se non ci fosse questa diversità.

Ciò si applica anche al di là del cinema, le differenze linguistiche e culturali sono «ancorate nella nostra identità», dice.

Consolidamento

Nei prossimi cinque anni il cinema svizzero dovrà «consolidare» ciò che già sta facendo. «Non c'è la volontà di fare le cose in modo molto diverso, ma soprattutto di accompagnare ciò che si sta facendo attualmente, e di proseguire la nostra apertura su partenariati con l'estero», spiega Baume-Schneider.

La consigliera federale cita anche la possibilità di incitare produttori e registi a venire a girare i loro film in Svizzera, facendo riferimento in particolare al Vallese, o al lavoro nella Svizzera italiana della Ticino Film Commission.

Dalla messa in valore della Svizzera a Cannes, Baume-Schneider dice di sapere che ci saranno benefici da trarre. Sul posto ha infatti potuto assistere ai contatti che si creano e a quelli che già esistono.

Menziona anche gli European Film Awards che si terranno il 7 dicembre a Lucerna e che verranno presidiati dall'attrice francese Juliette Binoche.

Quest'ultima e la consigliera federale si sono incontrate sulla Croisette dove hanno potuto discutere. «Ci sono le condizioni per far fiorire il cinema svizzero», conclude Baume-Schneider.