Critiche alla Svizzera«Berna sostiene la distruzione della biodiversità»
clsi, ats
7.12.2022 - 11:33
Mentre oggi a a Montreal si apre la Conferenza dell'ONU sulla biodiversità (COP15), un esperto critica la politica della Svizzera in materia: Berna sostiene la distruzione della biodiversità e il Parlamento, su pressione dei contadini, blocca ogni tentativo di agire.
Keystone-SDA, clsi, ats
07.12.2022, 11:33
07.12.2022, 11:41
SDA
La Confederazione continua a sostenere la distruzione della biodiversità con 162 sovvenzioni diverse e parecchie decine di miliardi di franchi, spiega Thomas Wirth, responsabile del Progetto Biodiversità del WWF Svizzera, nell'edizione di odierna del quotidiano friburghese La Liberté.
Un terzo di tutte le specie presenti in Svizzera sono minacciate, precisa. Secondo Thomas Wirth i fattori principali di questa situazione sono la mancanza di misure a tutela di zone specifiche e l'agricoltura intensiva che emette una quantità eccessiva di azoto e pesticidi. A suo avviso i mezzi per cambiare questo stato di cose sono troppo deboli. «Nella politica nazionale le idee dominanti mirano a indebolire ulteriormente una protezione già inadeguata», riassume.
Pressione su Berna
Benché i depositi di azoto negli ecosistemi siano tra i più alti al mondo, il Parlamento impedisce qualsiasi tentativo di intervento in questo settore, nota l'esperto del WWF. A suo avviso, Berna, sotto la pressione di alcuni gruppi come l'Unione svizzera dei contadini (USC), ha adottato una politica internazionale che favorisce lo sfruttamento senza limiti a scapito della protezione della biodiversità.
La Svizzera figura fra i 190 paesi che partecipano alla Conferenza sulla biodiversità delle Nazioni Unite (COP15) di Montreal (Canada) dal 7 al 19 dicembre. Si tratta della 15.ma Conferenza della parti (Conference of Parties, COP) della Convenzione dell'ONU sulla Biodiversità, creata nel 1992. Si svolge sotto l'egida della Conferenza Strutturale delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCC).
L'intenzione è di raggiungere uno storico accordo che scongiuri un'estinzione di massa di fauna e flora e preservi le risorse indispensabili all'umanità. Ma l'esito dei negoziati, che riguardano una ventina di obiettivi volti a salvaguardare gli ecosistemi entro il 2030, rimane incerto.