Svizzera Il Nazionale: «No all'uscita dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo»

bt, ats

24.9.2024 - 10:03

La maggioranza della Camera del popolo si è allineata alla posizione del governo, rappresentato in aula da Beat Jans.
La maggioranza della Camera del popolo si è allineata alla posizione del governo, rappresentato in aula da Beat Jans.
Keystone

Uscire dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU) non è una strada percorribile. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale bocciando, per 121 voti a 65, una mozione del gruppo UDC, che chiedeva al Consiglio federale di agire in tal senso.

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L'atto parlamentare democentrista, trattato nell'ambito di una sessione straordinaria, nasce dopo la sentenza dello scorso mese di aprile della Corte europea dei diritti dell'uomo, organo che si occupa dell'applicazione della CEDU. In quell'occasione, i giudici di Strasburgo, a seguito di un ricorso dell'associazione «Anziane per il clima», avevano condannato la Svizzera per violazione dei diritti umani in ambito ambientale.

In giugno, le due Camere hanno adottato una dichiarazione identica per criticare il verdetto. Ora l'UDC, preoccupata per quelli che definisce attacchi istituzionali da parte della corte, ha tentato di spingersi oltre. Gli altri partiti hanno però fatto muro, sposando la linea del Consiglio federale.

«Originariamente, il compito della corte era proteggere i cittadini contro gli abusi dello Stato. Ora tali principi non sono più rispettati», ha dichiarato esponendo le motivazioni dei promotori della mozione Michael Graber (UDC/VS).

«I giudici di Strasburgo ormai fanno politica secondo le loro preferenze, utilizzano i diritti per promuovere le loro idee. Ma non sono legittimati a farlo», ha aggiunto il deputato vallesano. Stando a Graber, la CEDU non serve, in quanto gli stessi valori sono già iscritti nella Costituzione.

In più, ha proseguito, cinquant'anni fa, caldeggiando la necessità di aderire alla CEDU, il governo affermava che una condanna della Svizzera per violazione dei diritti dell'uomo fosse inimmaginabile. Ora invece, ciò avviene regolarmente, si è lamentato Graber.

La maggioranza del plenum non ha però seguito questi argomenti, allineandosi come detto al parere dell'esecutivo, rappresentato in aula da Beat Jans. «Anche noi mettiamo in discussione la recente sentenza sul clima. Ma a livello internazionale, denunciare la CEDU avrebbe svantaggi a livello di credibilità», ha detto il titolare del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP).

Secondo Jans, la politica estera elvetica verrebbe indebolita. «Saremmo isolati come la Russia e la Bielorussia», ha commentato il ministro basilese. Infatti, uscire dalla CEDU implicherebbe l'esclusione dal Consiglio d'Europa: l'unico Stato ad aver abbandonato l'organizzazione, fatto salvo per il temporaneo ritiro della Grecia nel periodo della dittatura dei colonnelli, è proprio Mosca dopo l'invasione dell'Ucraina.

Jans ha infine fatto notare come la giurisprudenza della corte di Strasburgo non abbia comportato un gran numero di condanne per Berna. Fra le migliaia di ricorsi registrati in totale, meno del 2% sono stati accolti.