I più letti del 2020 Contro la banchisa: 40 anni fa Zurigo bruciava

Di David Eugster

30.5.2020

Nel 2020 abbiamo pubblicato molti articoli per ricordare anniversari di eventi che hanno fatto la storia svizzera e mondiale. Riproponiamo i più letti: i 40 anni della CNN e dei moti giovanili dell’Opernhaus di Zurigo, i 30 del tragico volo Alitalia 404 che si è schiantato vicino all'aeroporto di Kloten e del telescopio Hubble e i 10 del disastro ambientale causato dalla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon. Buone feste e buona (ri)lettura.

Il 30 maggio 1980 segna l’inizio di una grande rivolta, i moti giovanili dell’Opernhaus. Il movimento chiedeva più spazi per la cultura alternativa e in generale una città diversa. La sua eredità continua ancora oggi.

«Ich möchte ein Eisbär sein, am kalten Polar» («Vorrei essere un orso polare, nel freddo polare»), si sentiva spesso alla radio nel 1981. «Dann müsste ich nicht mehr schrei’n» («Allora non dovrò più urlare»), cantava una voce monotona al ritmo inarrestabile delle percussioni.

Con «Eisbär», il gruppo Grauzone ha creato il monumento più duraturo dei disordini che hanno tenuto la Svizzera con il fiato sospeso negli anni 1980. Partito da Zurigo, il movimento ha poi invaso diverse città svizzere con l'obiettivo principale di sciogliere la «banchisa» che circondava i centri urbani.

Le riviste degli indignati dell'epoca portavano dunque nomi come «Eisbrecher» («Rompi-ghiaccio») o «Tauchsüder» («Termoriscaldatore») e il quadro intitolato «Zürich Eiszeit» («L'era di ghiaccio di Zurigo») di Guiseppe Reichmuth troneggiava nelle case. Nel 1979, gruppi come TNT sognavano che Zurigo bruciasse finalmente per un po' di calore.

«Zürich Eiszeit» di Guiseppe Reichmuth riassumeva il sentimento dei giovani che si sentivano schiacciati da uno strato di ghiaccio.
«Zürich Eiszeit» di Guiseppe Reichmuth riassumeva il sentimento dei giovani che si sentivano schiacciati da uno strato di ghiaccio.
Guiseppe Reichmuth

Come in un congelatore

All'epoca, l'atmosfera era effettivamente glaciale: alla fine degli anni 1970, lo slancio del movimento del 1968 era svanito definitivamente e i suoi ideali si erano infiltrati negli anni di crisi economica dopo il 1973.

Il gruppo Sperma, di cui anche Beat Schlatter ha fatto parte, cantava nel 1979: «d'Zyt vom Flower-Power Isch verbii/ Woodstock Isch scheisse gsii...» («Il profumo del Flower Power è sparito/ Woodstock, puzza di m***…). Il movimento punk aveva ammainato la sua bandiera: il nuovo slogan era «No Future!».

«Züri brännt!» («Zurigo brucia!») era uno degli slogan del movimento giovanile.

Per i giovani, la società era fissa e immobile, avevano l'impressione di vivere in un congelatore. Contrariamente alla rivolta del 1968, il movimento degli anni Ottanta non era composto principalmente da studenti universitari: è stato abbracciato anche da molti liceali e apprendisti che si sono ribellati contro le condizioni autoritarie nelle loro scuole e nelle imprese.

I testimoni dell'epoca descrivono una sorta di immobilismo fulminante, un'energia senza direzione e senza spazio per liberarsi.

La cultura alternativa era particolarmente in difficoltà a Zurigo. Un numero sempre maggiore di strutture che permettevano ai gruppi, sempre più numerosi, provenienti dai rifugi della protezione civile di salire sul palco venivano chiusi dalla polizia, principalmente perché coloro che li frequentavano fumavano erba.

Milioni per l’Opernhaus, niente per la cultura alternativa

Nello stesso periodo, la cultura d'élite raccoglieva milioni. In occasione di una votazione comunale nel 1977, era stato deciso che la Rote Fabrik, un ex sito industriale sul lago di Zurigo, sarebbe stata trasformata in un centro culturale. Ma il progetto continuava ad essere rinviato, mentre nel 1980 le autorità comunali stanziarono 60 milioni per il rinnovo dell’Opernhaus.

Il 30 maggio 1980, 200 persone protestarono contro questa disparità di trattamento davanti all’edificio dell’Opernhaus; poco dopo, la situazione finì per degenerare.

Ma l’ingresso di quella notte di sommossa nella storia svizzera è anche legato a Bob Marley: quella sera, la star del reggae teneva il suo unico concerto in Svizzera all'Hallenstadion. Dopo il concerto, centinaia di giovani si riversarono in Bellevueplatz e la Svizzera assistette ad un’inedita battaglia urbana.

Durante le manifestazioni dell'estate 1980, volavano pietre e sacchetti di vernice.
Durante le manifestazioni dell'estate 1980, volavano pietre e sacchetti di vernice.
Keystone

Il movimento attaccò poi il deserto urbano di ghiaccio con sacchetti di vernice, graffiti, collage, azioni - ma anche con bombe Molotov e pietre.

La richiesta di un Centro autonomo della gioventù (AJZ), che aveva già scatenato le proteste del 1968, si ritrovò rapidamente al centro delle preoccupazioni.

Alla fine il progetto ebbe vita breve: nella primavera del 1982 l'AJZ viene demolito e nel luglio 1982 il servizio municipale degli spazi verdi semina erbacce sul sito dell'AJZ per 100.000 franchi. Molti di coloro che avevano riposto tutte le loro speranze nel movimento sprofondano nella rassegnazione: il problema del consumo di droga emerge proprio alla fine del movimento degli anni 1980.

Il Centro autonomo della gioventù (AJZ) accanto alla stazione centrale di Zurigo.
Il Centro autonomo della gioventù (AJZ) accanto alla stazione centrale di Zurigo.
Keystone

Ma nonostante la frustrazione, niente è più come prima: Dada è tornato al potere a Zurigo per un breve periodo, la caccia al denaro e la ricerca dei sogni andavano ormai di pari passo. Molte istituzioni culturali di tutta la Svizzera devono la loro fondazione a questi eventi.

Una vivace cultura alternativa e un diverso approccio alla città sono rimasti: nei parchi, dove nutrire le anatre era un tempo un atto di trasgressione, le persone si stendo-no ormai mezze nude al sole.

Oggi, gli slogan spontanei dell'epoca, come «Freie Sicht aufs Mittelmeer» («Una vista libera sul Mediterraneo»), vengono ripresi dal marketing locale. Senza gli anni Ottanta l’affermazione della piccola città di Zurigo come centro dal respiro internazionale sarebbe stata del tutto impensabile.

Le immagini del giorno

Tornare alla home page