Difficilmente si vedranno in un futuro prossimo cani addestrati a fiutare le persone contagiate dal Covid-19. Benché i primi risultati siano promettenti, gli studi al riguardo eseguiti all'università di Ginevra sono ancora in corso.
Keystone-SDA, cp, ats
26.08.2021, 15:50
26.08.2021, 16:14
SDA
Il Consiglio federale preferisce affidarsi ai certificato Covid. Lo scrive lo stesso governo in risposta ad un'interpellanza di Isabelle Moret (PLR/VD).
Forte di informazioni diffuse dallo stesso esecutivo, la consigliera nazionale vodese sostiene che diversi studi evidenziano un tasso di precisione del 90% con questo metodo di rilevamento del virus. Benché consapevole di simili risultati, il Consiglio federale non è però disposto ad introdurre un tale sistema di rilevamento nella sua prossima strategia antipandemica.
Non solo lo studio condotto dall'ospedale universitario di Ginevra non è ancora terminato ma, in seguito all'evoluzione positiva della situazione epidemiologica, «l'esiguo numero di nuove infezioni non ha permesso di valutare il grado di riuscita con cui i cani rilevano i portatori del virus SARS-CoV-2».
Oltre a ciò, la mancanza sia di cani già addestrati che di conduttori necessari per la loro formazione, che richiede molto tempo (diverse settimane), rappresenta un ostacolo al loro impiego in occasione di una grande manifestazione o in un aeroporto.
Alla luce di simili considerazioni, sebbene i risultati preliminari non ancora pubblicati siano incoraggianti, l'impiego dei cani da fiuto non sarà integrato nella prossima strategia di test, scrive l'esecutivo. Saranno insomma favoriti altri approcci, in particolare l'utilizzo del certificato Covid.