Chiaro no alla leggeI sindacati: «Identità elettronica da mantenere in mani statali»
trm, ats
7.3.2021 - 15:28
I sindacati interpretano il «no» all'identità elettronica come un segno che il popolo non vuole privatizzare la sovranità dei dati. L'aspetto della sicurezza dei dati ha avuto un grande peso nella scelta dell'elettorato.
Keystone-SDA, trm, ats
07.03.2021, 15:28
07.03.2021, 15:36
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Il netto risultato popolare contro l'E-ID dimostra che «i compiti sovrani devono essere mantenuti in mani pubbliche», secondo il Sindacato dei servizi pubblici (VPOD-SSP). «Gli svizzeri sanno a chi possono affidare un compito delicato», precisa un comunicato. Il fatto che qualcuno potesse trarre profitto utilizzando i dati dei cittadini è stato determinante per la bocciatura del progetto.
Il risultato odierno deve essere sfruttato per rilanciare i lavori sulla cartella elettronica del paziente, che si sono impantanati per anni. Secondo il sindacato Syndicom, il «No» del popolo alla legge E-ID è un voto forte contro la privatizzazione dei compiti dello Stato, contro la commercializzazione dei dati dei cittadini e per un forte servizio pubblico.
Soddisfatta anche l'Unione sindacale svizzera
Anche l'Unione sindacale svizzera (USS) ha espresso chiara soddisfazione per il risultato delle urne che «impedisce la creazione di una società a tre classi su Internet».
È compito dello Stato, e non delle banche e delle assicurazioni, certificare l'identità dei cittadini. Quello che serve ora è un'identificazione elettronica ufficiale che sia pubblica e trasparente e serva l'interesse pubblico, scrive l'USS in un comunicato. Un tale servizio di base, accessibile a tutti, sarebbe un passo importante verso una digitalizzazione equa e gioverebbe anche all'economia svizzera.