Studio Egger: «Non si può escludere che i bambini possano contagiare»

ATS

1.5.2020

Immagine d'illustrazione
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Keystone

"Non si può escludere che i bambini possano trasmettere il virus", ha dichiarato Matthias Egger, a capo della task force scientifica (National COVID-19 Science Task Force) istituita dalla Confederazione nella lotta contro il nuovo coronavirus, in un incontro odierno con i media a Berna.

Secondo alcuni studi, il rischio di infezione di un bambino è circa un terzo rispetto agli adulti.

Il ruolo dei bambini e degli adolescenti nella trasmissione del coronavirus rimane altamente incerto, ma si contagiano meno facilmente e generalmente in caso di infezione hanno un decorso lieve. Questa è la conclusione di uno studio pubblicato oggi dalla task force, sul suo sito web www.ncs-tf.ch, e spiegato da Egger.

I bambini non sono i vettori principali della malattia

Secondo quest'ultimo, i bambini non sono i vettori principali della malattia. Un concetto ribadito anche dall'epidemiologo del Politecnico federale di Losanna Marcel Salathé e da Daniel Koch, delegato dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) per il Covid-19.

Non è stata osservata, né nelle scuole né altrove, una diffusione enorme del contagio tra i bambini. Per questo motivo non dovrebbe essere un problema la riapertura delle scuole, ha indicato Koch, riferendosi in particolare a uno studio condotto in Australia - dove le scuole sono rimaste aperte - e pubblicato nel mese di aprile.

Tuttavia, il delegato dell'UFSP ha ricordato nuovamente che i bambini con sintomi possono ovviamente trasmettere il virus, per cui non devono né recarsi a scuola, né tanto meno incontrare i nonni.

"Se un bambino piccolo è sano e da settimane i nonni lo vedono solo via monitor, a loro farebbe piacere prenderlo tra le braccia. Se il piccolo è sano non c'è nessun pericolo di trasferimento della malattia", ha sostenuto ancora Koch, che ha però invitato alla cautela.

Pacchetto di misure e altre raccomandazioni per le scuole

Per quanto riguarda la riapertura delle scuole, la task force scientifica ha raccomandato un pacchetto di misure di base e altre raccomandazioni supplementari, ha spiegato Egger.

Il primo è stato ripreso globalmente dai vari cantoni e nella loro attuazione alcune proposte sono state applicate, mentre in altri no. Ciò non rappresenta un grande problema, anzi è positivo che non tutti facciano la stessa cosa in modo da poter imparare sulla base delle esperienze acquisite, ha sottolineato il responsabile della National COVID-19 Science Task Force.

Esami e posti di tirocinio

Per quanto riguarda le scuole professionali, è stato deciso che gli esami - sul posto oppure a distanza - si svolgeranno secondo le direttive del Consiglio federale, ha reso noto oggi Josef Widmer, direttore supplente della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione (SEFRI).

L'esame d'entrata per la facoltà di medicina, a cui si sono iscritti circa 4'000 pretendenti nelle tre regioni linguistiche del Paese, dovrebbe invece tenersi a luglio con alcune misure di protezione, sebbene ci sia la possibilità di rinviare ulteriormente il test a metà agosto, ha indicato Widmer.

Si terranno anche gli esami di maturità federali e attualmente la commissione competente sta cercando una soluzione per adattarla alle circostanze.

Infine, un gruppo di lavoro si occuperà del problema nel trovare posti di apprendistato. La situazione è difficile per molti giovani, anche considerando che ci saranno fallimenti di aziende. Per questo motivo, il consigliere federale Guy Parmelin ha deciso di istituire una task force a tal fine, che comprende Cantoni, specialisti e organizzazioni che si occupano del mondo del lavoro. I primi risultati sono attesi per metà maggio, ha detto Widmer.

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