IstruzioneETH contro i tagli: «Non è vero che abbiamo abbastanza riserve»
ats
11.2.2024 - 09:26
La Confederazione vuole risparmiare 50 milioni di franchi al Politecnico federale di Zurigo (ETH), sostenendo che l'alta scuola dispone di riserve sufficienti, pari a 1,4 miliardi.
Keystone-SDA, ats
11.02.2024, 09:26
11.02.2024, 09:28
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Ma «questo non è vero», ha dichiarato in un'intervista sull'edizione odierna del «SonntagsBlick» il presidente dell'istituzione Joël Mesot, secondo cui non è il momento adatto per tirare la cinghia nel settore della ricerca.
«Il Consiglio federale ritiene che possiamo assorbire i tagli attraverso le riserve. Questo però non è possibile», dice Mesot al domenicale svizzerotedesco. «Ne abbiamo bisogno per importanti programmi infrastrutturali», aggiunge.
«Il governo dimentica anche che stiamo lottando contro l'inflazione», prosegue il presidente dell'ETH. Inoltre, il numero di studenti è in aumento. Per di più, protesta Mesot, con l'avvento dell'intelligenza artificiale non è il momento di risparmiare nella ricerca.
«Dovremmo al contrario investire in questa tecnologia che sta cambiando il mondo». Stando al ginevrino, c'è bisogno di una sorta di Cern, ossia il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, dedicato all'intelligenza artificiale. «Altrimenti ci perderemo uno degli sviluppi più importanti del Ventunesimo Secolo», avverte ancora il 59enne.
Investimenti redditizi
Secondo Mesot, il denaro investito nell'ETH è redditizio. Per ogni franco, la Svizzera ne riceve indietro cinque. Al Politecnico di Zurigo nascono molti brevetti e spin-off: «Se risparmiamo nella formazione e nella ricerca, ne pagheremo il prezzo tra dieci o vent'anni», si dice convinto.
A titolo di esempio, Mesot cita il supercomputer di Lugano, specializzato nelle simulazioni delle previsioni meteorologiche o dei modelli di intelligenza artificiale, di proprietà dell'ETH. «In futuro, non potremmo più permetterci questa ricerca di base».
L'aumento delle tasse universitarie non è un'opzione, afferma Mesot, perché non si devono creare «condizioni americane». «Sono contrario al fatto che i giovani debbano indebitarsi per ricevere una buona istruzione», è la filosofia del presidente, che è stato a sua volta studente al Politecnico della città sulla Limmat.