Turismo Funivie svizzere: fatturato cala di un terzo, causa pandemia

mh, ats

5.2.2021 - 14:25

Pochi turisti stranieri
Pochi turisti stranieri
Keystone

L'associazione di categoria Funivie svizzere ha annunciato oggi un calo del 29,7% del fatturato medio per la stagione in corso rispetto a quella passata.

Il numero di clienti è sceso di più di un quarto (26,4%), in particolare a causa della scarsità di turisti provenienti dall'estero durante le vacanze di Natale e in gennaio, in seguito alle restrizioni per contenere la pandemia.

Nel solo mese di gennaio, il numero medio di visitatori nelle stazioni sciistiche – la maggior parte delle quali ha potuto aprire con restrizioni di capacità – è sceso di circa un terzo (33,6%). Il fatturato è stato del 37,5% inferiore a quello del gennaio 2020, rileva l'associazione in una nota odierna.

Sono le località a «vocazione internazionale» a soffrire di più, tanto che alcune registrano perdite superiori al 50% del fatturato. Al contrario, i piccoli impianti vicini alle città hanno visto aumentare il numero di clienti.

A livello regionale, ad avere la peggio sono le stazioni sciistiche della Svizzera centrale, rimaste chiuse per periodi più lunghi: il loro fatturato si è ridotto del 40,9% dall'inizio dell'inverno. Segue, di stretta misura, la Svizzera orientale (-39%), davanti a Vallese (-32,8%) e Grigioni (-28,7%). Più staccato il Ticino (-22,4%). L'unica regione che limita i danni è quella delle Alpi vodesi e Friburghesi, con il 2,2% di clienti in più rispetto al 2019 e un calo del fatturato del 2%.

Nonostante le ottime condizioni di innevamento, i clienti svizzeri hanno preferito rimanere nelle località turistiche per periodi molto più brevi, rileva l'associazione, imputando questa tendenza alla chiusura dei ristoranti sulle piste. Possiamo supporre che le perdite subite dagli impianti di risalita aumenteranno con l'avanzare della stagione, aggiunge ancora Funivie svizzere, per la quale il sostegno pubblico «è necessario» per evitare «danni sistemici» al settore turistico.

L'organizzazione di categoria sottolinea inoltre che i piani di protezione, che includono l'obbligo di indossare mascherine e il distanziamento nelle code, hanno dimostrato la loro efficacia. Le settimane di vacanza di febbraio e marzo saranno «cruciali», poiché di solito generano il 50% delle entrate, conclude la nota.

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