Voto Imposta preventiva: «costi minimi e rendimento massimo»

fc, ats

23.8.2022 - 11:51

Da sinistra: Thomas Matter, Philipp Kutter, Kathrin Bertschy e Olivier Feller
Da sinistra: Thomas Matter, Philipp Kutter, Kathrin Bertschy e Olivier Feller
Keystone

La modifica della legge sull'imposta preventiva, in votazione il prossimo 25 settembre, assicura sin dai primi anni dalla sua entrata in vigore costi minimi a fronte di un rendimento massimo. Lo assicura il comitato borghese favorevole alla riforma.

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Oggi, ha spiegato il consigliere nazionale Thomas Matter (UDC/ZH) in conferenza stampa, le attività finanziare con obbligazioni avvengono spesso all'estero. La ragione è da ricercare nell'imposta preventiva prevista dalla Svizzera, che frena tutto il settore.

La sua abolizione sulle nuove obbligazioni permetterebbe di correggere questa situazione. La riforma impedirà al mercato obbligazionario di spostarsi ulteriormente all'estero e riporta in Svizzera le aziende e di conseguenza anche entrate fiscali e posti di lavoro, ha sostenuto Matter.

Il mercato dei capitali svizzero sarà quindi rivitalizzato, tanto che si prevedono entrate aggiuntive di 350 milioni di franchi all'anno dopo soli cinque anni, che saliranno a 490 milioni entro un decennio, ha detto Matter citando dati dell'Amministrazione federale delle contribuzioni.

Anche le collettività locali – Cantoni e Comuni – ne beneficeranno quando devono finanziarsi tramite le obbligazioni. Si prevedono risparmi fino a 200 milioni di franchi, ha affermato Philipp Kutter (Centro/ZH). Insomma, ogni franco che non viene speso per gli interessi può essere utilizzato in modo più intelligente, ha aggiunto. La riforma è quindi vantaggiosa anche per il portafoglio dei contribuenti.

Ma anche altre istituzioni che dipendono da un mercato funzionante di capitali di terzi per i loro investimenti ne trarranno dei benefici. Kathrin Bertschy (PVL/BE) ha menzionato gli ospedali, i trasporti pubblici, le aziende energetiche e le banche cantonali.

Insomma, se ai referendisti piace parlare di multinazionali la realtà è ben diversa: in Svizzera le aziende e le multinazionali rappresentano molto meno della metà di tutte le obbligazioni. «Quindi non sono solo alcuni a beneficiare della ripresa del mercato dei capitali, ma tutti noi», ha dichiarato Bertschy.

I referendisti dimenticano inoltre che la riforma permetterà di favorire l'economia verde, proprio ciò che vogliono PS e Verdi, ha dichiarato Olivier Feller (PLR/VD) nel suo intervento. A suo dire, infatti, in Svizzera l'imposta preventiva sulle obbligazioni rende poco attraente l'emissione di «Green Bonds».

«In Lussemburgo sono già stati emessi più di 1300 'Green Bonds' per un volume di 700 miliardi di euro, mentre in Svizzera ce ne sono solo 75 per complessivi di 24 miliardi di franchi», ha illustrato il vodese. L'imposta preventiva ostacola quindi la transizione della piazza finanziaria verso una maggiore sostenibilità. La riforma permetterà invece di cambiare le cose.

La modifica di legge in votazione

Nel dettaglio il progetto prevede l'abolizione dell'imposta preventiva (35%) sugli interessi svizzeri, ad eccezione di quelli generati da averi di persone fisiche domiciliate nella Confederazione. L'esonero riguarda le obbligazioni svizzere emesse dopo il 1° gennaio 2023, mentre gli interessi maturati su quelle esistenti continueranno a essere assoggettati.

La riforma prevede anche l'abolizione della tassa di negoziazione sulle obbligazioni elvetiche, con lo scopo di rendere più attrattivo per gli investitori comprare obbligazioni svizzere in Svizzera. La tassa va abolita non solo sulle obbligazioni svizzere ma anche su quelle estere con una scadenza residua fino a 397 giorni.