Diverse migliaia di persone hanno partecipato sabato in Piazza federale a Berna alla più grande manifestazione a sostegno della popolazione iraniana dall'inizio dei disordini, indetta dall'organizzazione Free Iran Switzerland. I manifestati, iraniani ma anche svizzeri, scandendo «donna-vita-libertà» hanno invitato il Consiglio federale a prendere finalmente «misure significative» contro il regime di Teheran.
I manifestanti davanti a Palazzo federale a Berna.
La consigliera nazionale socialista bernese Flavia Wasserfallen si taglia i capelli in solidarietà con le donne iraniane.
I manifestati mostrano cartelloni con frasi in difesa delle donne iraniane.
La manifestazione è stata indetta dall'organizzazione Free Iran Switzerland.
Durante la manifestazione è stato fatto appello anche al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR).
Manifestazione per l'Iran a Berna
I manifestanti davanti a Palazzo federale a Berna.
La consigliera nazionale socialista bernese Flavia Wasserfallen si taglia i capelli in solidarietà con le donne iraniane.
I manifestati mostrano cartelloni con frasi in difesa delle donne iraniane.
La manifestazione è stata indetta dall'organizzazione Free Iran Switzerland.
Durante la manifestazione è stato fatto appello anche al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR).
Gli iraniani sono consapevoli della solidarietà della società civile svizzera, hanno scritto gli organizzatori in un comunicato. Ma il Consiglio federale non ci sente. È necessario un cambiamento nella politica svizzera sull'Iran.
Si tratta in particolare di adottare tutte le sanzioni di Ue, Canada e Usa, di congelare tutti i conti bancari dei leader iraniani e di proteggere dall'espulsione gli oppositori al regime iraniano in Svizzera.
«La loro libertà è la nostra libertà»
Membri del Consiglio nazionale del PS, dei Verdi e del Centro hanno espresso solidarietà al popolo iraniano nei loro interventi. «La loro libertà è anche la nostra», ha esclamato la consigliera nazionale Natalie Imboden (Verdi/BE).
La consigliera nazionale Flavia Wasserfallen (PS/BE) si è tagliata una ciocca di capelli tra gli applausi della folla e, tra le altre cose, ha invitato il Consiglio federale a sostenere finanziariamente le organizzazioni per i diritti umani in Iran e a impegnarsi per una missione dell'Onu incaricata di indagare sui crimini del regime islamico.
La consigliera nazionale Marianne Binder (Centro/AG) ha accusato il regime iraniano di violare i diritti umani in nome di Dio. «Che razza di Dio è questo?». È una pretesa ingiustificata, ha detto. «Dimostriamo di essere qui per il popolo iraniano e di sostenerlo nella sua lotta per la libertà», ha aggiunto.
Sollecitato anche CICR
Durante la manifestazione è stato fatto appello anche al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR). Le condizioni nelle carceri iraniane violano i diritti umani e torture e stupri fanno parte della vita quotidiana. Il CICR deve indagare su questi fatti e verificare le voci secondo le quali i detenuti vengono deliberatamente uccisi.
La manifestazione ha anche permesso di promuovere l'appello lanciato a metà ottobre da 100 personalità svizzere della cultura e della scienza, che avevano a loro volta invitato il Consiglio federale a sostenere il movimento democratico in Iran. Finora oltre 17'000 persone hanno firmato la lettera aperta.
Le proteste in Iran sono scaturite dalla morte della 22enne curda Mahsa Amini, avvenuta a settembre. La giovane era stata arrestata dalla polizia morale iraniana per non aver indossato correttamente il velo islamico ed è deceduta sotto la custodia della polizia.
Dalla sua morte, migliaia di persone manifestano in tutto il Paese contro la politica repressiva del governo e l'obbligo di portare il velo imposto dal regime islamico. Secondo fonti dell'opposizione all'estero, circa 280 persone sarebbero morte e più di 14'000 sarebbero state arrestate durante le proteste.