Berna In migliaia in piazza contro la politica svizzera sull'Iran

ev, ats

5.11.2022 - 17:35

Diverse migliaia di persone hanno partecipato sabato in Piazza federale a Berna alla più grande manifestazione a sostegno della popolazione iraniana dall'inizio dei disordini, indetta dall'organizzazione Free Iran Switzerland. I manifestati, iraniani ma anche svizzeri, scandendo «donna-vita-libertà» hanno invitato il Consiglio federale a prendere finalmente «misure significative» contro il regime di Teheran.

Keystone-SDA, ev, ats

Gli iraniani sono consapevoli della solidarietà della società civile svizzera, hanno scritto gli organizzatori in un comunicato. Ma il Consiglio federale non ci sente. È necessario un cambiamento nella politica svizzera sull'Iran.

Si tratta in particolare di adottare tutte le sanzioni di Ue, Canada e Usa, di congelare tutti i conti bancari dei leader iraniani e di proteggere dall'espulsione gli oppositori al regime iraniano in Svizzera.

«La loro libertà è la nostra libertà»

Membri del Consiglio nazionale del PS, dei Verdi e del Centro hanno espresso solidarietà al popolo iraniano nei loro interventi. «La loro libertà è anche la nostra», ha esclamato la consigliera nazionale Natalie Imboden (Verdi/BE).

La consigliera nazionale Flavia Wasserfallen (PS/BE) si è tagliata una ciocca di capelli tra gli applausi della folla e, tra le altre cose, ha invitato il Consiglio federale a sostenere finanziariamente le organizzazioni per i diritti umani in Iran e a impegnarsi per una missione dell'Onu incaricata di indagare sui crimini del regime islamico.

La consigliera nazionale Marianne Binder (Centro/AG) ha accusato il regime iraniano di violare i diritti umani in nome di Dio. «Che razza di Dio è questo?». È una pretesa ingiustificata, ha detto. «Dimostriamo di essere qui per il popolo iraniano e di sostenerlo nella sua lotta per la libertà», ha aggiunto.

Sollecitato anche CICR

Durante la manifestazione è stato fatto appello anche al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR). Le condizioni nelle carceri iraniane violano i diritti umani e torture e stupri fanno parte della vita quotidiana. Il CICR deve indagare su questi fatti e verificare le voci secondo le quali i detenuti vengono deliberatamente uccisi.

La manifestazione ha anche permesso di promuovere l'appello lanciato a metà ottobre da 100 personalità svizzere della cultura e della scienza, che avevano a loro volta invitato il Consiglio federale a sostenere il movimento democratico in Iran. Finora oltre 17'000 persone hanno firmato la lettera aperta.

Le proteste in Iran sono scaturite dalla morte della 22enne curda Mahsa Amini, avvenuta a settembre. La giovane era stata arrestata dalla polizia morale iraniana per non aver indossato correttamente il velo islamico ed è deceduta sotto la custodia della polizia.

Dalla sua morte, migliaia di persone manifestano in tutto il Paese contro la politica repressiva del governo e l'obbligo di portare il velo imposto dal regime islamico. Secondo fonti dell'opposizione all'estero, circa 280 persone sarebbero morte e più di 14'000 sarebbero state arrestate durante le proteste.