Dati sulla pandemia L'epidemiologio Marcel Salathé: «La Svizzera avanza alla cieca»

ATS

4.2.2021

Per l'epidemiologo Marcel Salathé la Svizzera ha un importante ritardo nella raccolta e nell'analisi dei dati sulla pandemia.
Per l'epidemiologo Marcel Salathé la Svizzera ha un importante ritardo nella raccolta e nell'analisi dei dati sulla pandemia.
Keystone/PETER KLAUNZER

Secondo l'epidemiologo Marcel Salathé i dati sulla pandemia in Svizzera sono ancora insufficienti. Si dovrebbe raccoglierne di più, ad esempio per scoprire con maggiore precisione quali varianti circolano nel paese.

La Svizzera fa molto affidamento sui risultati di altri paesi, ad esempio il Regno Unito, osserva Salathé in un'intervista pubblicata giovedì sui giornali svizzerotedeschi di Tamedia. Sarebbe utile sequenziare molti più campioni e determinare più precisamente quali varianti esistono nel Paese, osserva il membro della task force della Confederazione.

Aggiunge che questi risultati dovrebbero poi essere incrociati con i dati del tracciamento dei contatti ponendo le seguenti domande: chi ha infettato chi e quando? L'età o il lavoro influiscono sul rischio di infezione? La Svizzera non dispone di queste informazioni che sarebbero comunque essenziali, si rammarica lo specialista.

Si procede «alla cieca»

Finché il tracciamento dei contatti non funzionerà abbastanza bene, la Svizzera andrà avanti alla cieca: «Un pilota che riceve solo immagini pixelate dal suo dispositivo di visione notturna ogni 15 minuti vive pericolosamente. Questo è esattamente il modo in cui combattiamo la pandemia», spiega Salathé.

Per l'epidemiologo è sconcertante che la Svizzera abbia ancora una situazione di dati così negativa. L'infrastruttura è obsoleta e, in termini di digitalizzazione, è indietro di due decenni, denuncia.

Per quanto riguarda l'evoluzione della pandemia, l'esperto ricorda che il virus continuerà a far parte della nostra vita. Quando i gruppi a rischio saranno vaccinati, gran parte del problema sarà risolto e quando tutti coloro che lo vorranno saranno vaccinati, potremo tornare a una certa normalità, aggiunge.

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