Sondaggio COVID-19: svizzeri preoccupati per isolamento sociale e solitudine

ATS

6.11.2020 - 18:21

Le libertà personali rimangono la preoccupazione numero uno. Il 55% dei sondati ritiene che le principali paure della pandemia si situino proprio in questo ambito.
Le libertà personali rimangono la preoccupazione numero uno. Il 55% dei sondati ritiene che le principali paure della pandemia si situino proprio in questo ambito.
Source: KEYSTONE/Ti-Press/Alessandro Crinari

Più della metà della popolazione svizzera, secondo i risultati di un sondaggio realizzato nel contesto dell'epidemia di Covid-19, esprime timori in merito alle limitazioni delle libertà individuali.

Inoltre la fiducia nel Consiglio federale è nettamente calata, ma i due terzi degli interrogati ritengono giustificate le restrizioni decise per far fronte alla seconda ondata; la mascherina è considerata con benevolenza.

Sono questi alcuni dati che emergono dall'ultimo monitoraggio sul coronavirus, il quinto, pubblicato questa sera, condotto dall'istituto Sotomo per conto della Società svizzera di radiotelevisione (SSR).

Inchiesta in due fasi

L'inchiesta è stata realizzata in due fasi. A quella principale, dal 23 al 28 ottobre, hanno partecipato complessivamente 34'872 persone.

Per poter indagare sugli effetti delle decisioni restrittive del Consiglio federale, il periodo di indagine è stato in seguito esteso fino al 2 novembre, con altre 7553 interviste. Il margine di errore, stando ai ricercatori, è di 1,1 punti percentuali.

Paura di ammalarsi

Il 55% dei sondati ritiene che l'umore tra la gente sia pessimo. A causa della seconda ondata, oltre l'80% degli intervistati si aspetta che la normalità ritorni al più presto nell'estate dell'anno prossimo. La preoccupazione per l'isolamento sociale e la solitudine è passata da una quota del 30% in giugno al 46% di ottobre.

Con la seconda ondata è aumentata anche la paura di ammalarsi – il 45% degli intervistati ha dichiarato di temere un'infezione. Questa proporzione non corrisponde esattamente al valore dell'inizio della pandemia a marzo, ma è significativamente più alta di quella di giugno (31%).

Libertà personali minacciate

Le libertà personali rimangono la preoccupazione numero uno. Il 55% della popolazione ritiene che le principali paure della pandemia si situino proprio in questo ambito.

Il 63% dei sondati afferma di essere più cauto con l'aumento del numero di casi di contagio. Solo il 16% ricorrerebbe subito al vaccino se un tale trattamento fosse approvato in Svizzera; un altro 28% si asterrebbe in linea di massima dalla vaccinazione; la maggioranza indica che deciderà a seconda della situazione, come si legge nel rapporto sul sondaggio.

Mascherina ampiamente accettata

L'inchiesta rivela un ampio consenso su un'estensione dell'obbligo di indossare le mascherine protettive. Il 64% è più o meno chiaramente a favore della misura sul posto di lavoro. Una netta maggioranza (59%) ritiene inoltre giusto che le maschere debbano essere indossate anche all'aperto, almeno puntualmente.

Anche le misure restrittive decise dal Consiglio federale il 28 ottobre godono del sostegno della popolazione – due terzi degli intervistati sono favorevoli. Nel frattempo, l'approvazione per un lockdown di breve durata è aumentata: il 49% dei sondati si era pronunciato a favore prima del 28 ottobre, nei giorni successivi la quota è salita al 54%.

Fiducia nel governo crollata

Prima dell'inasprimento delle misure, solo il 37% degli intervistati ha dichiarato di nutrire una fiducia elevata o molto elevata nel Consiglio federale – in giugno la proporzione era del 66%. Nei giorni successivi, però, il dato è salito di nuovo al 44%.

Tornare alla home page