Votazioni federali Per gli svizzeri l'omofobia deve venire sanzionata come il razzismo

ATS

9.2.2020

Immagine d'illustrazione
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Keystone

L'omofobia sarà sanzionata come il razzismo. Al termine dello spoglio, il popolo svizzero ha accolto con il 63,1% dei voti il divieto della discriminazione basata sull'orientamento sessuale.

In Ticino il «sì» ha raggiunto il 66,8%, mentre nei Grigioni il 58,6%.

In totale, i voti favorevoli sono stati 1'413'607, mentre i contrari 827'360. Il risultato finale, chiaro sin dalle prime proiezioni, è stato suggellato dai picchi raggiunti in Svizzera romanda: nel canton Vaud il «sì» ha raggiunto l'80,2%, ma si sono anche distinti Ginevra (76,3%), Giura (73,8%), Neuchâtel (73,7%), Basilea Città (71,9%) e Friburgo (68,4%).

Ad opporsi al testo solo Appenzello Interno (con il 54,1% di no), Uri (51,1%) e Svitto (51,7%).

La partecipazione si è attestata al 41,2%, in Ticino al 38,9% e nei Grigioni al 35,8%.

Vietare le discriminazioni

Nel dicembre 2018 il Parlamento ha votato per estendere la norma antirazzismo contenuta nel Codice penale (articolo 261) che mira a vietare espressamente le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale per proteggere la comunità omosessuale, bisessuale, transgender o intersessuale.

Si tratta di una revisione di legge frutto di un'iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Mathias Reynard (PS/VS).

Un comitato composto in particolare da rappresentanti dell'Unione democratica federale (UDF) e dei Giovani UDC ha lanciato il referendum contro questa modifica legislativa.

Segnali e rivendicazioni

Il sostegno popolare alla norma anti-omofobia è un «magnifico segnale» per tutte le persone interessate e per tutte le persone vittime di aggressioni e discriminazioni, ha detto Reynard ai microfoni della RTS, aggiungendo che «l'odio e la discriminazione non hanno più posto nel nostro Paese».

La sua iniziativa parlamentare in questo senso, depositata nel 2013, ha affrontato un percorso parlamentare lungo sette anni. Oltre al PS, anche gli altri partiti di sinistra e di centro hanno accolto positivamente il risultato.

La comunità LGBT si dice soddisfatta del «forte segnale» lanciato dal popolo oggi alle urne e vuole cavalcare l'onda del successo per avanzare nuove rivendicazioni, in particolare per il matrimonio per tutti - che deve essere la "prossima tappa" - ma anche la donazione di sperma a coppie lesbiche e la protezione delle persone transgender e intersessuali.

Secondo Florian Vock, dell'associazione Pink Cross, il nuovo articolo deve essere integrato in modo concreto: «Polizia e procuratori devono sapere come viene applicata la legge". Dal canto suo, il co-presidente del comitato dei favorevoli Matthias Erhardt ha ribadito che ora "bisogna mettere in atto l'estensione della norma e registrare sistematicamente i crimini d'odio nelle statistiche».

Soddisfatte del risultato odierno anche le associazioni Terre des Hommes Svizzera e la sezione elvetica di Amnesty International, secondo cui il «sì» odierno rappresenta «un passo importante verso una protezione estesa dei diritti della comunità LGBTI*».

Da applicare solo in casi estremi

L'UDF e i Giovani UDC hanno riconosciuto la sconfitta alle urne, ma si augurano che la nuova legge venga applicata «solo in casi estremi» e che non venga limitata la libertà di espressione.

Il risultato odierno mostra che la società è sempre più rivolta a un'apertura: «È difficile combattere contro lo spirito del tempo», ha aggiunto SRF Anian Liebrand, ex presidente svizzero dei Giovani UDC e membro del comitato referendario.

Secondo Liebrand, «nel corso della campagna numerosi aspetti si sono confusi», precisando che non si è mai trattato di dover scegliere di essere «pro o contro l'omosessualità».

L'UDC svizzera teme che l'estensione della norma antirazzismo riduca la libertà di opinione e di espressione, diventando una specie di copertura per sentenze motivate politicamente. Il partito nazionale in una nota ha assicurato che osserverà criticamente l'attuazione del disegno di legge.

Il presidente dell'UDF Hans Moser, dal canto suo, ha ribadito che il «sì» odierno alle urne non è un lasciapassare per nuove rivendicazioni. «Continueremo a rappresentare i valori cristiani», ha indicato Moser all'agenzia Keystone-ATS, aggiungendo che il suo partito continuerà a opporsi attivamente contro il matrimonio per tutti e l'adozione per le coppie omosessuali.

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