Il «campo climatico» installato in Piazza Federale ha infiammato gli animi - e, cosa insolita, alcuni politici hanno alzato la voce. Questo atteggiamento ha delle cause, ma comporta anche delle conseguenze, stima Jeroen van Rooijen, esperto di stile.
Anche se il «campo climatico» a Berna è durato solo due giorni invece dei cinque previsti, gli attivisti hanno raggiunto il loro obiettivo: l'intero Paese aveva gli occhi puntati sulla Piazza Federale, dove il pubblico ha ripreso coscienza del cambiamento climatico. Gli appelli al rispetto del divieto di raduno davanti a Palazzo Federale, in vigore dal 1925, sono serviti solo ad accrescere l'attenzione - anche mediatica - generata dall'evento.
Gli animi si sono infiammati anche tra le file dei politici: i rappresentanti del popolo non hanno usato mezzi termini a Berna. Martedì mattina, il consigliere nazionale UDC Roland Rino Büchel ha espresso la propria indignazione nei confronti degli attivisti, "Ihr seid alle Arschlöcher! ("Siete un branco di stronzi", ndr), prima che il collega Andreas Glarner e la consigliera nazionale dei Verdi Sibel Arslan si scontrassero davanti alle telecamere - e il giorno dopo la 57enne argoviese si è lamentata delle parole usate dalla consigliera nazionale del PS Jacqueline Badran, che ha sganciato un «fottuto Glarner» sulle frequenze della SRF.
Il tetto bernese si sta sgretolando, ma qual è il significato di una comunicazione così conflittuale e quali sono gli effetti per le personalità coinvolte e il loro pubblico? Abbiamo intervistato l'esperto di stile Jeroen van Rooijen.
A proposito di Jeroen van Rooijen
Keystone
Jeroen van Rooijen, nativo di Frauenfeld, è un esperto di stile. È co-proprietario del concept store Cabinet di Zurigo. Si è fatto conoscere con la rubrica "NZZ am Sonntag", in cui rispondeva a domande di stile. Nel 2016 la rivista tedesca "Gentlemen's Quarterly" ("GQ") lo ha definito "l'uomo meglio vestito della Svizzera".
Quale messaggio invierebbe ai politici se potesse rivolgersi a loro in Parlamento?
Beh, ci si incontra sempre due volte nella vita. E i parlamentari si vedono probabilmente un migliaio di volte nel corso delle loro vite - quindi è meglio scegliere parole che non rendano loro del tutto impossibile incontrarsi di nuovo. Avere opinioni diverse ed esprimerle fa, per così dire, parte del mestiere, ma diventando scortesi, non si è più in una fase in cui si possa immaginare di camminare ancora insieme in futuro.
C'è stato un cambiamento generale dei toni in politica?
Ho la chiara sensazione che qui ci sia un'influenza negativa proveniente da oltre Atlantico.
Sta parlando del presidente statunitense Donald Trump?
Ho l'impressione che questi quattro anni di [Donald] Trump si stiano facendo sentire anche nel nostro Paese, che i contatti si stiano facendo più difficili, che le persone si irritino più facilmente e, soprattutto, che il rispetto reciproco si sia un po' perso.
Come reagire al meglio quando si viene insultati personalmente?
Per farlo è necessario seguire dei corsi di controllo degli impulsi, perché il comportamento più ovvio è quello di reagire. È importante restare calmi e non abbassarsi a quel livello, ma attenersi alla questione e all'argomento mantenendo un approccio ragionevolmente amichevole. Ma, naturalmente, ci possono anche essere momenti in cui un insulto ricevuto in una forma o nell'altra è sufficiente a farci passare la voglia di parlare. Invece di reagire, è meglio interrompere la comunicazione.
Qual è il modo migliore di procedere?
Occorre spiegarsi e non andarsene senza dire una parola. Si può dire, per esempio, che non si è disposti a mantenere questo livello di discussione ed è per questo che si preferisce evitare simili battibecchi.
Come dovrebbero comportarsi le persone che hanno avuto una discussione al momento di rincontrarsi, per esempio, a Palazzo Federale?
La cosa migliore è che la persona che ha gridato più forte si avvicini al suo avversario e dia prova di grandezza. Lui o lei potrebbe dire: «Ho perso il controllo e mi dispiace, le chiedo scusa». Penso che colui o colei che ha iniziato dovrebbe tendere la mano - se questo è ciò che gli interessa.
Come spiega le parole accese pronunciate davanti a Palazzo Federale?
Credo che questo tipo di comportamento abbia lo scopo di attirare il pubblico. In effetti, la cosa migliore sarebbe non discutere di questo genere di cose.
Su Twitter c'è una discussione molto vivace in merito.
Naturalmente, è una manna dal cielo per prendere posizione. Purtroppo i nuovi media hanno creato una cultura della rabbia, che può essere molto negativa e opprimente per chiunque. Anche se probabilmente a tutti è capitato di voler scrivere un commento negativo. In momenti come questi, dovremmo imparare a fare una passeggiata all'aria aperta invece di buttarci sulla tastiera. E se invece lo facciamo, rispettiamo, per favore, le regole di ortografia e di punteggiatura nonché le buone maniere.
Nota dell'editore: L'intervista al signor van Rooijen è stata condotta per telefono.