Pubblicità del tabacco I minorenni vanno protetti, passa l'iniziativa per il divieto della pubblicità del tabacco

bt, ats

13.2.2022 - 20:52

Si discute di pubblicità per il tabacco
Si discute di pubblicità per il tabacco
KEYSTONE/DPA zb/JENS KALAENE

La pubblicità dei prodotti del tabacco e delle sigarette elettroniche non deve in alcun modo poter raggiungere bambini e adolescenti. Gli svizzeri hanno deciso di bandire qualsiasi tipo di réclame accessibile ai minorenni, che sia in uno spazio pubblico, a un festival, sulla stampa o online. La promozione del fumo diventa pertanto un affare per soli adulti.

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Nell'odierna votazione federale, gli aventi diritto hanno accolto con il 56,6% delle schede l'iniziativa popolare «Sì alla protezione dei fanciulli e degli adolescenti dalla pubblicità per il tabacco». La partecipazione si è attestata al 43,7%.

L'esito è stato inizialmente piuttosto incerto, non tanto a livello di voto popolare (da subito si è delineato un sì), quanto alla voce maggioranza dei Cantoni, il secondo criterio fondamentale per superare lo scoglio delle urne. Ebbene, al tirar delle somme in 15 si sono pronunciati a favore.

Filo di lana

Del drappello dei Cantoni che hanno sostenuto l'iniziativa hanno fatto parte anche Ticino (57,8%) e Grigioni (52,1%), accompagnati in blocco da quelli romandi, in cui spicca nettamente il 74,8% di Ginevra (secondo è Vaud al 67,2%). Non sono mancate le «intrusioni» svizzerotedesche: da segnalare in particolare quelle giunte al fotofinish (Glarona 50,8%, Soletta 50,5%, Argovia 50,2%).

Tutti germanofoni invece gli oppositori, con la Svizzera centrale (Lucerna, Uri, Svitto, Obvaldo, Nidvaldo e Zugo) che ha votato no all'unisono, imitata parzialmente da quella orientale (Appenzello Interno ed Esterno, San Gallo, Turgovia). Campione del rifiuto è stato Svitto (60,3%), l'unico a superare la soglia del 60%.

Vietato ai minori

Attualmente la Svizzera, che in materia era finora una delle nazioni europee più permissive, vieta la pubblicità di prodotti del tabacco in televisione e alla radio e più in generale quella direttamente rivolta ai minorenni. Diversi Cantoni hanno poi introdotto limitazioni più severe sul loro territorio: la maggior parte ad esempio – fra cui Ticino e Grigioni – non permette le affissioni pubblicitarie.

Con il testo, il divieto viene esteso in tutto il Paese a ogni forma di réclame – dagli spot al cinema, ai cartelloni, passando per i trasporti pubblici e le sponsorizzazioni di manifestazioni – che può potenzialmente raggiungere bambini e adolescenti. La promozione di sigarette (anche elettroniche) e affini rimane quindi consentita solo se indirizzata in modo inequivocabile agli adulti, per esempio tramite e-mail, volantini o contenuti personalizzati sul web.

Le motivazioni dei promotori sono soprattutto di natura sanitaria: in Svizzera ogni anno circa 9500 persone muoiono per malattie causate dal fumo, con costi per salute pubblica ed economia nell'ordine di 4-5 miliardi di franchi. E secondo le statistiche la metà dei fumatori – che in totale in Svizzera sono circa due milioni – ha iniziato prima dei 18 anni, durante una fase in cui si è particolarmente sensibili ai messaggi promozionali.

Non solo il tabacco?

Un sorriso si è comprensibilmente pian piano allargato sul volto dei fautori dell'iniziativa. Il direttore di Dipendenze Svizzera Grégoire Vittoz ha parlato di un «grande passo avanti nella lotta contro il tabagismo» e di «messaggio chiaro». La consigliera nazionale Flavia Wasserfallen (PS/BE) ha invece fatto notare come il controprogetto indiretto confezionato in Parlamento fosse «debole» e avesse «troppe lacune».

I Giovani Verdi hanno approfittato della vittoria per prendere la palla al balzo: la speranza del partito è che quello di oggi sia il primo passo verso un divieto generale di pubblicità per i beni di consumo. Ad agire da stopper ci ha pensato subito economiesuisse, secondo cui è importante che quanto deciso dagli svizzeri non crei un precedente, in grado magari di spianare la strada a interdizioni simili per l'alcol, la carne o lo zucchero.

Sconfitta la destra, con il consigliere nazionale Mike Egger (UDC/SG) che non ha esitato a tacciare la campagna rivale di aver «giocato sporco». Musi lunghi anche nel settore pubblicitario, che si è limitato – per bocca di Comunicazione Svizzera – a rivolgersi al Parlamento, confidando in un'attuazione «con discernimento» dell'iniziativa.

Nuova legge da ritoccare

Giudicando come il Consiglio federale eccessiva l'iniziativa, lo scorso ottobre il Parlamento le ha contrapposto il già citato controprogetto, ovvero una nuova legge sui prodotti del tabacco. Essa proibiva sì la pubblicità al cinema, negli spazi pubblici e sui mezzi, ma non quella su Internet e nei chioschi, le sponsorizzazioni di manifestazioni nazionali o le inserzioni sui giornali gratuiti, tutte tipologie di propaganda che invece il testo approvato oggi non contempla se visibili anche da minori.

Tale legge in assenza di un referendum sarebbe entrata in vigore indipendentemente dall'esito dello scrutinio odierno. Ma ora il sì partorito dalle urne costringerà ad adeguare secondo i voleri del popolo questa nuova normativa.