Votazioni federali Il «sì» a RFFA è un passo verso nuove sfide

ATS

19.5.2019 - 18:47

Per i promotori del referendum, il sì è spiegato dal finanziamento supplementare all'AVS.
Per i promotori del referendum, il sì è spiegato dal finanziamento supplementare all'AVS.
Source: Keystone/PETER KLAUNZER

Le reazioni all'approvazione della Legge federale concernente la riforma fiscale e il finanziamento dell'AVS (RFFA) hanno dato un assaggio delle prossime sfide che occuperanno i dibattiti in Svizzera.

Un aumento della pressione per una riforma dell'AVS è quanto risulta dal sì di domenica secondo il comitato borghese contrario. La sinistra non vede invece urgenza alcuna, grazie all'apporto di capitale per il primo pilastro. Per quanto riguarda l'aspetto fiscale, il PS propone un'aliquota d'imposta minima nei Cantoni sull'utile delle imprese. La destra considera tale progetto come insensato.

La Svizzera è riuscita a conformarsi alle regole internazionali in materia di fiscalità delle imprese e, contemporaneamente, a offrire «una boccata d'ossigeno» alla previdenza per la vecchiaia, ha dichiarato il presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze (CDCF) Charles Juillard (PPD). Il consigliere di Stato giurassiano ha espresso «sollievo».

Per i promotori del referendum, il sì è invece spiegato dal finanziamento supplementare all'AVS. «Ma i veri vincitori della giornata odierna sono l'1% degli ultra ricchi che pagheranno 4,5 miliardi di franchi in meno», secondo il segretario centrale del Sindacato dei servizi pubblici (VPOD/SSP) Agostino Soldini.

«Compromesso sballato»: che non sia un precedente

Camille Lothe, copresidente del comitato borghese contro la legge adottata dal parlamento federale lo scorso settembre, spera dal canto suo che tali contorsioni giuridiche siano bandite in futuro.

I Verdi liberali, seppur ritengano che l'approvazione odierna sia positiva per la piazza economica elvetica, mettono in guardia: il collegamento tra progetti eterogenei non sia un precedente.

Anche secondo Regula Rytz, consigliera nazionale bernese nonché presidente dei Verdi, il sì al «compromesso sballato» è da interpretare come un chiaro sì ad un'AVS solida. Allo stesso tempo è un no ad un'età di pensionamento più alta. Per quanto riguarda l'aspetto fiscale, secondo Rytz è ormai chiaro che sta iniziando una spirale al ribasso nell'imposizione delle imprese.

Servizio pubblico a rischio?

Il VPOD/SSP mette in guardia dal rischio che gli adeguamenti delle imposte cantonali delle imprese causino uno smantellamento del servizio pubblico. Secondo la presidente del sindacato Katharina Prelicz-Huber, i Cantoni faranno ricadere sui Comuni le massicce entrate mancanti. Nei Comuni vi saranno di conseguenza tagli in case per anziani, asili nido e altre strutture pubbliche.

Per il presidente del PS Christian Levrat il sì alla RFFA è un primo passo. Il suo partito è ora in una buona posizione per andare oltre, proponendo un'aliquota d'imposta minima nei Cantoni sull'utile delle imprese.

L'UDC invita la sinistra a sostenere gli sgravi fiscali promessi a livello cantonale, mentre Travail.Suisse chiede ai cantoni di limitare l'uso degli strumenti di tassazione a loro disposizione.

«Un passo importante per la prosperità»

Economiesuisse, soddisfatta del risultato odierno alle urne, ritiene che la proposta di un'aliquota minima cantonale del PS non abbia senso: si tratterebbe di un'ingerenza nell'autonomia fiscale cantonale, ha affermato la presidente Monika Rühl. Secondo l'organizzazione, l'investimento anticipato nell'AVS rende invece evidente l'urgenza di innalzare l'età di pensionamento.

«Abbiamo fatto un passo importante per assicurare la prosperità del nostro paese. Le prossime grandi sfide sono la riforma strutturale dell'AVS e la riorganizzazione delle assicurazioni sociali», scrive l'Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam).

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