Svizzera La SRF diffonde spot che lodano i suoi programmi, l'UDC interviene

ats

1.6.2024 - 11:37

Thomas Matter chiede che la Confederazione intervenga presso SRF.
Thomas Matter chiede che la Confederazione intervenga presso SRF.
Keystone

La televisione svizzero tedesca SRF sta diffondendo in questo periodo spot che lodano i suoi programmi e i promotori dell'iniziativa popolare «200 franchi bastano» insorgono, riferisce oggi la Schweiz am Wochenende (SaW).

1.6.2024 - 11:37

Nei filmati in questione vengono mostrati spettatori che si complimentano con il lavoro dell'emittente, all'insegna del motto «Mein SRF ist unser SRF» (la mia SRF è la nostra SRF).

La cosa non è andata giù a Thomas Matter, il consigliere nazionale (UDC/ZH) alla testa del comitato dell'iniziativa che vuole abbassare il canone radio-tivù, che ritiene l'operato di SRF illegale e chiede l'intervento della Confederazione. «Quello che la televisione sta facendo con questi spot è pubblicità politica nel contesto di una valida iniziativa popolare», sostiene il 58enne. «Questo è vietato in tivù».

Intervento dell'UFCOM?

L'Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) interverrà? A quanto sembra no, secondo il suo portavoce Francis Meier. «In linea di principio non è una novità che la SRG SSR pubblicizzi i suoi servizi, sia per quanto riguarda la gamma di argomenti trattati dai sui programmi, sia in relazione alla possibilità per chi paga il canone di partecipare ai consigli regionali degli spettatori», afferma l'addetto stampa in dichiarazioni riportate da SaW.

Ma il punto chiave potrebbe essere un altro. Meier fa riferimento all'articolo 17 dell'Ordinanza sulla radiotelevisione, che al terzo capoverso recita: «Il divieto di pubblicità per temi oggetto di votazione popolare si applica a partire dal momento in cui l'autorità competente rende nota la data della votazione».

Il parlamento federale non ha ancora discusso il tema e la votazione viene al momento ritenuta probabile nel 2026. Da notare anche che pure il Consiglio federale punta ad abbassare il canone, ma in modo meno marcato, dagli attuali 335 franchi a 300 franchi, e solo a partire da 2029.

Da parte sua per bocca del suo direttore generale Gilles Marchand, la SRG SSR aveva parlato di un «attacco alla Svizzera e alla sua diversità» in relazione all'iniziativa «200 franchi bastano». Il dirigente – che da novembre sarà sostituito da Susanne Wille – aveva fra l'altro sostenuto che è impossibile fornire un buon telegiornale per il Ticino con la metà dei soldi del canone.

ats