Gli importatori di automobili dovranno pubblicare i valori di riferimento di CO2 retroattivamente per l'anno 2014. Lo ha stabilito il Tribunale amministrativo federale (TAF), che ha respinto il ricorso di sette commercianti di autoveicoli.
Tali importatori si opponevano alla presentazione delle cifre in questione. Avevano pure chiesto che la decisione della giustizia non venisse resa nota e non fosse accessibile al pubblico. Anche questa richiesta è stata respinta dal TAF.
I nomi dei sette importatori non sono tuttavia stati rivelati nella sentenza diffusa oggi.
Richiesta di un giornalista
La decisione, che verte sul diritto all'informazione, fa seguito a una richiesta di un giornalista, che voleva conoscere i valori di CO2 da rispettare appellandosi alla legge federale sulla trasparenza nell'amministrazione.
I valori di riferimento figurano nella legislazione federale sulle emissioni di anidride carbonica. Se gli importatori li superano vanno incontro a sanzioni.
Ricorso possibile al TF
Nel loro ricorso, i commercianti di automobili affermavano che la pubblicazione dei dati violerebbe il segreto d'affari. Temevano inoltre che la divulgazione delle informazioni potesse stigmatizzarli.
Ma il TAF ha respinto tale argomentazione. Per quanto riguarda il rischio di stigmatizzazione, i giudizi sangallesi indicano che la rivelazione dei dati generi "al massimo ripercussioni minime o lievemente sgradevoli". La sentenza non è tuttavia definitiva, visto che può essere ancora impugnata davanti al Tribunale federale (TF).
(Sentenza A-6755/2016 del 23 ottobre 2017)
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