Giustizia Zurigo, Brian (già Carlos) sarà scarcerato, malgrado la condanna

fc, ats

8.11.2023 - 11:44

Il Tribunale distrettuale di Dielsdorf, dove si è svolto il processo
Il Tribunale distrettuale di Dielsdorf, dove si è svolto il processo
Keystone

Il noto detenuto Brian, un tempo conosciuto con lo pseudonimo di Carlos, torna a piede libero.

Keystone-SDA, fc, ats

Nel processo che lo vedeva accusato di una trentina di reati, tra cui l'aggressione di una guardia penitenziaria, il Tribunale distrettuale di Dielsdorf (ZH) lo ha condannato a due anni e mezzo di carcere.

Con questa sentenza termina il regime di detenzione preventiva, il 28enne sarà quindi rilasciato dopodomani, venerdì.

Attualmente non è ancora chiaro se e quando Carlos dovrà scontare il resto della pena (ha trascorso oltre un anno in detenzione preventiva). Ciò dipenderà anche da altri procedimenti penali ancora in corso.

La sentenza pronunciata oggi non è inoltre definitiva, può essere impugnata al Tribunale federale.

Una differenza sostanziale con la pena richiesta

Brian è stato condannato per ripetute lesioni semplici, ripetuto danneggiamento, ripetuta minaccia, violenza o minaccia contro le autorità e i funzionari. I reati sono stati commessi nel penitenziario Pöschwies di Regensdorf (ZH) fra il novembre del 2018 e il giugno dello scorso anno.

Il Ministero pubblico zurighese aveva chiesto una pena detentiva da scontare di nove anni e sette mesi.

La differenza con la pena effettivamente inflitta si spiga con il proscioglimento dall'accusa di tentata lesione grave. Tale reato faceva riferimento al ferimento sopra l'occhio di una guardia carceraria, colpita con un pezzo di vetro scagliatogli contro dal giovane adulto.

Per il tribunale il gesto non era premeditato e il vetro si è rotto solo al momento dell'impatto.

Problemi con la giustizia fin da bambino

I legali di Brian avevano invece domandato l'assoluzione completa. L'oggi 28enne ha sempre solo reagito ad anni di isolamento – di cui a loro dire è stata provata l'illegalità – e a trattamenti razzisti e crudeli. «Per tutto ciò è legittimo che si difendesse», hanno affermato durante il processo.

Il 28enne ha problemi con la giustizia da quando aveva nove anni e ha alle spalle una lunga serie di condanne per reati violenti.

La vicenda più grave risale al 2011, quando accoltellò alla schiena un giovane che riportò gravi ferite.