Negligenza Fehr: «Impossibile giustificare la fuga dati alla giustizia zurighese»

pl, ats

6.12.2022 - 12:13

Si estende il procedimento penale avviato a Zurigo in relazione alla fuga di dati sensibili del Dipartimento di giustizia. Una perizia esterna arriva alla conclusione che la falla oggi non sarebbe più possibile. Fino al 2014 le regole erano però insufficienti.

 La consigliera di Stato zurighese Jacqueline Fehr (PS) prende posizione davanti alla stampa sulla fuga di dati sensibili dal Dipartimento di giustizia nei primi anni del Duemila.
La consigliera di Stato zurighese Jacqueline Fehr (PS) prende posizione davanti alla stampa sulla fuga di dati sensibili dal Dipartimento di giustizia nei primi anni del Duemila.
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6.12.2022 - 12:13

«Il modo in cui negli anni zero del Duemila sono stati smaltiti i supporti informatici della giustizia non può essere giustificato in nessun modo», ha dichiarato oggi davanti alla stampa la consigliera di Stato Jacqueline Fehr (PS), responsabile di Dipartimento di giustizia zurighese.

«Si è trattato di un comportamento negligente e, nella migliore delle ipotesi, penalmente rilevante. Non sarebbe dovuto accadere», ha precisato Fehr.

Vicenda rivelata dalla stampa

La fuga di dati, rivelata la scorsa settimana da diversi media, dopo che il gran consigliere UDC e noto penalista Valentin Landmann ha sottoposto al parlamento un'interpellanza sull'argomento, si concentra su diversi hard disk con dati sensibili che fra il 2006 e il 2012 sarebbero finiti in mano di criminali.

I dati in questione includevano perizie psichiatriche su persone accusate, numeri di telefono di procuratori e agenti di polizia e documenti sulla pianificazione del nuovo centro di polizia e giustizia. Gli hard disk sarebbero in particolare negli ambienti della droga e della prostituzione.

Il Dipartimento di giustizia ha confermato un settimana fa «l'incidente», annunciando che la falla è nota dal novembre 2020, quando è stata avviata un'istruttoria penale. Il Dipartimento ha inoltre commissionato una perizia amministrativa esterna di cui oggi ha reso noto le conclusioni.

Protocolli cancellati nel 2019

L'intera vicenda ruota attorno ad un ex fornitore di servizi informatici, fratello del titolare di un bar zurighese al centro di diverse inchieste per traffico di droga. L'uomo incaricato di smaltire i computer avrebbe omesso di cancellare gli hard disk e il fratello avrebbe utilizzato quei dati, mettendoli anche a disposizione di terze persone, per mettere sotto pressione i procuratori che indagavano contro di lui.

Dalla perizia esterna è in particolare emerso che i protocolli sull'obbligo di cancellare i dati sottoscritti dalle autorità e dall'incaricato dello smaltimento sono stati distrutti nel 2019.

«Quell'azione è deplorevole e rende oggi ancor più difficile far luce sulla vicenda», ha affermato Jacqueline Fehr, annunciando l'apertura di un nuovo procedimento penale relativo alla distruzione di quei documenti. Il Ministero pubblico ha da parte sua confermato in una nota che «indagini supplementari sono state avviate contro ignoti».

L'UDC vuole una PCI

La consigliera di Stato socialista – alla testa del Dipartimento di giustizia dal 2015 – ha parlato di comportamenti assolutamente «non professionali e negligenti» per quel che riguarda lo smaltimento di dati sensibili da parte dei servizi informatici del suo dipartimento fra il 2006 e il 2012. Stando alla perizia esterna, soltanto nel 2014 si sarebbe corsi ai ripari introducendo regole e procedure vincolanti.

Prima di Jacqueline Fehr, il Dipartimento di giustizia del canton Zurigo è stato diretto fra il 1996 e il 2011 da Markus Notter (PS) e fra il 2011 e il 2015 da Martin Graf (Verdi). A due mesi dalle prossime elezioni cantonali, l'UDC zurighese ha intanto chiesto l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta (PCI).

pl, ats