Digitale & Lifestyle Allattamento: più salute per il cuore delle mamme

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9.3.2018 - 16:10

Source: Covermedia

Secondo una nuova ricerca, le donne che allattano hanno più possibilità di prevenire le malattie cardiovascolari.

A sentire gli esperti, non esiste pratica più sana e naturale dell’allattamento materno per la buona crescita e lo sviluppo del neonato, ma pare che i benefici non si limitino solo alla salute del piccolo. Un team di ricerca presso la University of Pittsburgh, in Pennsylvania, ha scoperto che grazie all’allattamento, le mamme hanno più probabilità di prevenire una malattia del cuore per i successivi 15 anni.

Il team capitanato dal professor Malamo Countouris ha scoperto che le donne con una regolare pressione sanguigna durante la gravidanza, e che allattavano per almeno 6 mesi dopo il parto, possedevano un miglior livello di colesterolo nel sangue e un livello inferiore di grassi rispetto alle mamme che non allattavano.

«Questo studio indica che l’allattamento è importante, non solo per il bambino ma anche per le madri», conferma dottor Countouris. «Allattare sembra fungere da cardioprotettore per le mamme, che statisticamente migliorano il livello di colesterolo e i marcatori delle malattie cardiovascolari».

Nello studio sono state coinvolte 678 donne incinte, che i ricercatori hanno analizzato e monitorato fino a 15 anni dall’allattamento. L’allattamento stimola il rilascio di un ormone chiamato ossitocina, che gioca un ruolo fondamentale nell’abbassamento della pressione sanguigna. Allattare naturalmente, inoltre, riduce lo spessore della carotide, l’arteria che fornisce sangue carico di ossigeno alla testa e al collo.

«C’è ancora tanto che ancora non comprendiamo sull’aumento del rischio di sviluppare una malattia del cuore nelle donne», ha precisato il professore. «Ma esaminare il modo in cui la gravidanza sembra aumentare, o in un certo senso mitigare, alcuni dei rischi può fornirci delle informazioni in più sulla presentazione e sullo sviluppo del rischio di incappare in queste patologie».

I risultati della ricerca sono stati presentati al 67esimo convegno Annual Scientific Session dell’American College of Cardiology.

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