Digitale & Lifestyle Bambini: uno su quattro è dipendente dallo smartphone

Le giovani dai 17 ai 19 sono nella categoria più preoccupante.

La dipendenza dai telefonini è diventata una delle piaghe più preoccupanti della società contemporanea: gli scienziati hanno addirittura richiesto che ad essa sia attribuita una patologia, denominata con la sigla PSU, che deriva per l’appunto dall’uso problematico dello smartphone (Problematic Smartphone Use).

Uno studio effettuato dalla King's College London, nella capitale inglese, ha analizzato i risultati di 41 studi rilevando che il 23% dei bambini e dei giovani ragazzi mostrano segni di PSU. La fascia d’età più colpita è tra i 17 e i 19 e a detenere il (cattivo) record sono le ragazze.

Questa dipendenza è caratterizzata da sensazioni di malumore o panico nelle occasioni in cui il cellulare non è disponibile, e dalla difficoltà di limitare il tempo trascorso al dispositivo o di trovare piacere nello svolgere altri tipi di attività.

«Gli smartphone ci sono e non passeranno di moda, ed abbiamo il bisogno di comprendere la prevalenza del loro uso problematico», ha dichiarato dottor Nicola Kalk, co-autore della ricerca. «Non sappiamo se sia lo smartphone in sé a creare questa dipendenza, oppure le applicazioni che vengono utilizzate dalle persone che lo posseggono. Ad ogni modo, dobbiamo consapevolizzare la popolazione sull’uso che ne viene fatto dai bambini e dai giovani adulti, e i genitori dovrebbero fare attenzione al tempo che i loro figli trascorrono al telefonino».

Lo studio, il primo di questo calibro sul PSU, ha analizzato i dati relativi a 41.871 giovani provenienti dall’Asia, dall’Europa e dall’America del Nord.

Sono strettamente legati al PSU anche stati d’ansia, depressione, stress, cattiva qualità del sonno e risultati scolastici.

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