Salute mentale Depressione nelle ragazze: è (anche) colpa del social

CoverMedia

14.1.2019 - 16:10

Source: Covermedia

Le teenagers che fanno un uso eccessivo delle piattaforme sociali hanno più probabilità di sviluppare sintomi depressivi.

La depressione tra le ragazze è una condizione largamente associata all’uso dei social. Lo riportano gli esperti della UCL di Londra (University College London) secondo cui all’età di 14 anni, le ragazze hanno il doppio delle probabilità di incappare in un disturbo di tipo depressivo.

Il team di ricerca ha analizzato i dati relativi a circa 11mila giovani tra uomini e donne, partecipanti al Millennium Cohort Study, esplorando – oltre all’uso dei social – anche il loro livello di autostima, la visione del proprio corpo e immagine, lo stato d’animo, il livello di concentrazione e le relazioni sociali. Secondo i risultati, le ragazze di 14 anni erano le più accanite user del social: due quinti di esse restavano online per oltre tre ore al giorno, mentre solo un quinto dei ragazzi raggiungeva lo stesso dato.

I risultati della ricerca

Solo il 4% delle ragazze ha condiviso di non usare i social, mentre per i ragazzi questa percentuale saliva al 10%. Il 12% degli utenti che utilizzavano poco il social e il 38% di quelli che invece lo usavano per 5 o più ore al giorno, hanno mostrato i sintomi di depressione più forti.

«Questo legame tra l’uso dei social media e i sintomi depressivi è risultato più evidente per le ragazze», ha dichiarato la professoressa Yvonne Kelly, dell’università inglese. «Per loro, un maggiore uso delle piattaforme sociali corrispondeva ad un graduale aumento dei sintomi depressivi. Per i ragazzi, invece, questi sintomi si manifestavano nel caso l’uso del social fosse di 3 o più ore al giorno».

Sempre secondo i risultati, il 40% delle ragazze e il 25% dei ragazzi avevano subito cyberbullismo. All’uso del social è associata anche una più bassa qualità del sonno e una maggiore difficoltà ad addormentarsi.

«A casa, le famiglie dovrebbero riflettere sulla quantità di tempo trascorso online, e stabilire dei limiti», ha continuato la professoressa. «Si potrebbero considerare anche soluzioni come dei coprifuochi, o la rimozione degli accessori mobili quando si va a letto».

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