Digitale & Lifestyle Digiuno intermittente: più energia per lo sport

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8.3.2018 - 16:10

Source: Covermedia

Diete come la 5:2 e la 16:8 possono aiutarci a migliorare il nostro livello di fitness.

Praticare regolarmente il digiuno è benefico non solo per la linea, ma anche per la nostra resistenza fisica in allenamento. Perdere peso nel modo corretto è dato da una combinazione perfetta di dieta e fitness, ma vi sono programmi dimagrenti più efficaci di altri.

La dieta 5:2, per esempio, in cui si mangia normalmente per 5 giorni alla settimana e per due si limita l’apporto calorico, è una delle più popolari. Così come la dieta 16:8, in cui si può mangiare nell’arco di 8 ore al giorno e digiunare per le rimanenti 16. Tra le celebrity che hanno abbracciato il programma vi è anche Hugh Jackman, che anni fa doveva perdere grasso e mettere su muscoli per il suo ruolo di Wolverine.

«Le nostre ricerche indicano che (il digiuno intermittente, ndr) può migliorare la nostra salute generale e ridurre i fattori di rischio per diabete e malattie cardiovascolari», ha dichiarato al Mail Online il dottor Mark Mattson, del Laboratory of America's Neurosciences, National Institute on Aging, National Institutes of Health. «Questo pattern può avere effetti benefici anche sulla nostra forza e sulla resistenza durante una performance atletica».

Nell’esperimento il team ha monitorato 4 gruppi di ratti: il primo aveva un accesso al cibo illimitato e non doveva fare nessuna attività motoria, il secondo aveva lo stesso accesso al cibo ma doveva correre sulla ruota per 45 minuti al giorno. Il terzo gruppo doveva svolgere la stessa attività fisica, ma poteva mangiare solo a giorni alterni, e il quarto digiunava allo stesso modo, ma era sedentario come il primo.

Dopo due mesi di stretta osservazione, i ricercatori hanno scoperto che il livello di fitness più alto era quello delle cavie del terzo gruppo, che correva e digiunava ad intermittenza.

Se vogliamo provare la dieta 16:8, possiamo per esempio iniziare a mangiare alle 10 o alle 12, e fare l’ultimo pasto alle 6 o alle 8 di sera. Si tratta di una dieta flessibile, che può adattarsi alla nostra routine lavorativa e agli impegni quotidiani.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica The Federation of American Societies for Experimental Biology.

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