Digitale & LifestyleDolcificanti artificiali: tossici per l’intestino
CoverMedia
9.10.2018 - 16:10
I ricercatori mettono in luce «ulteriori prove» degli effetti dannosi di queste sostanze alternative allo zucchero naturale.
Tanti di noi evitano lo zucchero e preferiscono i dolcificanti artificiali, nella speranza di perdere peso o di tenere a bada il livello di glucosio nel sangue: eppure queste sostanze artificiali sono risultate tossiche per i microbi che popolano l’intestino e, a lungo andare, possono provocare una vasta gamma di problemi di salute.
Un team di ricerca presso la Ben-Gurion University del Negev (BGU) in Israele, in collaborazione con gli scienziati della Nanyang Technological University in Singapore, ha analizzato i livelli di tossicità di 6 comuni dolcificanti ed edulcoranti artificiali – aspartame, sucralosio, saccarina, neotamo, advantame, acesulfame K – e 10 supplementi comunemente impiegati dagli sportivi che contengono questi sostituti dello zucchero naturale.
È risultato che i batteri che risiedono nel sistema digestivo diventano «tossici» quando sono esposti a concentrazioni di appena un milligrammo (per millilitro) di uno dei dolcificanti in questione.
«Abbiamo alterato i batteri E. coli bioluminescenti, che si illuminano quando rilevano degli agenti tossici e agiscono come un modello rappresentativo del complesso sistema microbiotico», spiega la professoressa Ariel Kushmaro. «Questa è un’ulteriore prova che il consumo di dolcificanti artificiali influenza negativamente l’attività dei batteri nel microbiota umano, e a sua volta questo può provocare numerose condizioni patologiche».
Gli edulcoranti si trovano in tantissimi alimenti e bevande, in particolare quelli che vantano una riduzione del contenuto di zuccheri. Tanti di noi consumano questi prodotti “zero” o “light” senza essere realmente a conoscenza delle conseguenze potenzialmente gravi sulla nostra salute.
«I risultati di questo studio possono aiutarci a comprendere meglio la tossicità dei dolcificanti artificiali e il loro impatto negativo sulla flora intestinale», ha aggiunto la professoressa. «Il test bioluminescente, inoltre, potrebbe essere impiegato anche per rilevare dolcificanti artificiali nell’ambiente, per esempio nelle falde acquifere, nelle superfici dell’acqua e nell’acqua potabile».
La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Molecules.
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