ApprendimentoFare delle piccole pause aiuta la memoria
CoverMedia
23.4.2019 - 16:09
Secondo gli scienziati, il processo di apprendimento è più completo tra un break e l’altro.
Fare delle piccole pause mentre elaboriamo e impariamo nuove cose può dare una marcia in più alla nostra memoria. Così sostiene un team di ricerca presso il National Institute of Neurological Disorders and Stroke, che ha esaminato le onde cerebrali di un gruppo di volontari durante alcuni esperimenti sulla memoria effettuati nel centro clinico del National Institutes of Health (NIH).
Ai partecipanti, che erano tutti destrimani, è stata mostrata una serie di numeri su un monitor di computer; il loro compito era di digitare in 10 secondi tutti i numeri possibili, più volte possibile, usando la mano sinistra. Potevano poi fare una pausa di 10 secondi, prima di ripetere il procedimento per un totale di 35 volte.
Come spiega la dottoressa leader dello studio Marlene Bonstrup, la velocità con cui i volontari scrivevano i numeri in modo corretto è migliorata drasticamente durante i primi test, prima di arrivare a stabilizzarsi.
«Ho notato che le onde cerebrali dei partecipanti sembravano cambiare molto di più durante i periodi di riposo che durante quelli in cui digitavano», ha dichiarato la dottoressa. «Questo mi ha dato l’idea di esplorare più da vicino ciò che realmente stava accadendo, se gli effetti fossero più accentuati durante la pratica o durante il riposo».
Rianalizzando i risultati ottenuti, il team della Bonstrup ha rilevato che la performance dei partecipanti era migliorata nettamente durante le pause più brevi: era proprio qui che i loro cervelli erano in grado di consolidare il maggior numero di ricordi, aggiungendo dunque efficacia al processo di apprendimento generale.
Dottor Leonardo G. Cohen, co-autore dello studio, spera che i risultati ottenuti possano aiutare le persone ad ottimizzare funzioni come l’apprendimento e la memoria nell’uso quotidiano.
«I nostri dati indicano che fare degli intervalli può essere molto importante nei trattamenti riabilitativi dei pazienti che hanno avuto un ictus, o negli individui sani che vogliono imparare a suonare il pianoforte. Che questi risultati possano poi essere applicati ad altre forme di apprendimento e di sviluppo della memoria, resta un tema da esplorare», ha precisato il dottore.
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