Un flop per TeslaGli insuccessi del parcheggio autonomo
dj
14.10.2019
Sembrava un sogno: grazie a una nuova funzione, la Tesla dovrebbe essere in grado di posteggiare autonomamente. Ma nei parcheggi statunitensi la realtà appare più caotica.
La settimana scorsa, il produttore di auto elettriche Tesla ha rilasciato un importante aggiornamento per il software di bordo dei suoi veicoli. Una delle nuove caratteristiche della versione 10 è la cosiddetta funzione «Smart Summon» che consente di richiamare la propria auto parcheggiata, purché il veicolo venga controllato a vista e si trovi entro un raggio di 60 metri.
Smart Summon, che per il momento non è disponibile in Europa, dovrebbe essere anche in grado di riconoscere gli ostacoli ed evitarli per arrivare al proprietario. Si tratta quindi di una guida autonoma su piccola scala. Elon Musk, fondatore dell’azienda, aveva già promesso più volte che la guida completamente autonoma sarebbe stata presto lanciata sul mercato, ma non ha mai rispettato i termini da lui annunciati.
Poco convincente nella pratica
I primi test nei parcheggi dimostrano però che Smart Summon deve ancora essere perfezionata poiché commette errori che un essere umano probabilmente non farebbe. Ad esempio, in un video si vede una Model 3 che, percorrendo la corsia di un parcheggio, non nota un veicolo all’incrocio e finisce col mancarlo di soli pochi centimetri.
Un altro video non mostra una situazione pericolosa bensì una Tesla messa a durissima prova nel parcheggio di un supermercato malgrado il traffico scarso e i pochi pedoni presenti.
Al momento del lancio di Smart Summon, Tesla ha scritto a caratteri minuscoli che questa funzione dovrebbe essere utilizzata solo all'interno di proprietà private e che il proprietario deve sempre tenere d’occhio la sua auto per poter intervenire in qualsiasi momento. Tuttavia, come nel caso della guida automatica, ciò non impedisce ovviamente all’utente di testarne gli eventuali limiti.
La Bugatti Baby II, un giocattolo da 33’000 franchi
La Bugatti Baby II, un giocattolo da 33’000 franchi
Per fare della Bugatti Baby II una riproduzione più fedele possibile, le misure di una vera auto da corsa della Type 35 Grand Prix del 1924 sono state prese al laser.
Immagine: Dukas
Bugatti ha costruito quest’auto di 2,80 metri di lunghezza e di 230 kg con gli specialisti di The Little Car Company. Grazie ai suoi pedali regolabili, quest’auto, non così piccola, può anche ospitare degli adulti.
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La Baby II succede direttamente alla mini-Bugatti Baby del 1926, costruita da Ettore Bugatti per suo figlio Roland e venduta poi in 500 esemplari fino al 1936. Anche la vettura d’epoca presentava una propulsione elettrica capace di farla accelerare a 20 km/h.
Immagine: Dukas
Dotata della plancia di bordo caratteristica di Bugatti in alluminio bugnato e di una copia fedele del volante a quattro razze, la Baby II consuma tuttavia molta più elettricità rispetto al modello degli anni 1920 e 1930.
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Secondo «auto motor und sport», il veicolo può essere dotato di due diverse batterie agli ioni di litio che apportano un’autonomia massima di 30 km. Sono ugualmente integrati un differenziale a slittamento limitato e un sistema di recupero dell’energia in frenata. In modalità bambino, il modello sprigiona fino a 1 kW e ha un limite a 20 km/h, precisa la rivista, mentre in modalità adulto, la sua potenza di 4 kW gli permette di raggiungere una velocità massima di 45 km/h. Come per la Chiron, è disponibile l'aggiornamento opzionale «Speed Key» che permette di togliere il limite di velocità e di aumentare la potenza a 10 kW.
Immagine: Dukas
La versione meno cara della Baby II si attesta a circa 33’000 franchi. Ma con un balzo nel tariffario, ci sono ancora molte possibilità, poiché il veicolo è proposto in diverse varianti: oltre al modello base di alta gamma con una carrozzeria in materiale composito, la Baby II Vitesse propone una carrozzeria in fibra di carbonio e l’opzione «Speed-Key». Il modello Baby II Pur Sang, dal canto suo, è stato progettato con una carrozzeria in alluminio fatta a mano.
Immagine: Dukas
Come per la Bugatti Chiron, l’emblema Bugatti di questo modello prodotto in serie limitata è caratterizzato da una finitura argento.
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La produzione dovrebbe cominciare nel 2020 e durare fino al 2021. Tuttavia, i 500 esemplari hanno già trovato un acquirente. Alcuni suppongono che la Baby II, come il modello che l’ha preceduta, dovrebbe vedere il suo valore aumentare considerevolmente.
Immagine: Dukas
Se alcuni clienti dovessero venir meno, chi fosse interessato potrebbe manifestare il proprio interesse all’acquisto. Secondo «auto motor und sport», è anche possibile che Bugatti produca altre versioni ridotte di modelli storici per bambini.
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