TecnologiaVertice internazionale sull'IA, Musk e Sunak discutono di robot killer
SDA
3.11.2023 - 19:04
Da un lato il sogno di una sorta di età dell'oro in cui l'uomo potrà cedere alle macchine intelligenti i pesi più sgraditi del lavoro, come in una versione riveduta e corretta del «paradiso in terra» comunista preconizzato da Karl Marx; dall'altro lo spettro di una futuribile rivolta di robot resi autonomi dalla volontà umana, e potenzialmente fuori controllo se non ostili.
Keystone-SDA
03.11.2023, 19:04
SDA
Hai fretta? blue News riassume per te
Giovedì a Londra si è chiuso il primo vertice internazionale sull'Intelligenza Artificiale.
Elon Musk e il premier britannico Rishi Sunak hanno discusso faccia a faccia sul tema in diretta social.
Musk ha descritto la nuova tecnologia in questione alla stregua del «genio» uscito dalla proverbiale lampada, in grado di far avverare tutti «i desideri,» inclusi quelli destinati a sfociare nell'ignoto e magari nell'incubo più spaventoso, in assenza di regole e cautele.
È il quadro avveniristico, a cavallo tra fantascienza e rischi più che concreti, tracciato da Elon Musk – tycoon di X, Tesla, e controverso quanto visionario pioniere del business delle tecnologie più avanzate – nel corso di un faccia a faccia con il premier britannico Rishi Sunak tenuto a Londra e in diretta social a coronamento del primo vertice internazionale sull'Intelligenza Artificiale chiusosi giovedì nello storico sito di Bletchley Park alla presenza di esperti, imprenditori e leader politici di mezzo mondo, tra cui GiorgiaMeloni.
Lo sviluppo dell'intelligenza artificiale – ha profetizzato Musk, esibendo in partenza il bicchiere mezzo pieno dell'ottimismo della volontà – potrà condurre in futuro a «un'era dell'abbondanza»; forse persino alla libertà dalla fatica del lavoro, salvo quello svolto per «soddisfazione personale».
E tuttavia non è affatto esente da minacce ipoteticamente micidiali per le sorti dell'umanità, ha subito puntualizzato, svelando il bicchiere mezzo vuoto del pessimismo della ragione.
L'IA è un genio uscito dalla lampada?
Nella sua narrazione, il magnate sudafricano naturalizzato statunitense ha descritto la nuova tecnologia in questione alla stregua del «genio» uscito dalla proverbiale lampada.
Genio in grado di far avverare tutti «i desideri,» ha proseguito, inclusi quelli destinati a sfociare nell'ignoto e magari nell'incubo più spaventoso, in assenza di regole e cautele (ammesso che si sia ancora in tempo a introdurle in modo efficace).
Il timore dell'uomo che negli ultimi anni ha dominato la top 10 dei multimiliardari più ricchi al mondo è legato in particolare alla diffusione di «robot umanoidi» sempre più sofisticati: capaci di adattarsi all'ambiente circostante e di apprendere allo scopo di accollarsi compiti umani via via più complessi, sino a poter sfuggire sulla carta di mano.
Si rischiano scenari da fantascienza?
Una realtà tutt'altro che remota, ad esempio, sul fronte degli automi militari che Paesi come gli Usa hanno già iniziato ad arruolare, sebbene non ancora in attività di combattimento.
E che nell'evoluzione delle cose potrebbero diventare protagonisti di scenari non troppo lontani da quelli di capisaldi del romanzo fantascientifico come Io Robot di Isaac Asimov, o di film hollywoodiani dal sapore catastrofista quali Blade Runner, Terminator e Matrix, solo per citare qualche blockbuster.
«Cosa accadrebbe se un domani questi robot ricevessero un aggiornamento software e non fossero più amichevoli?», si è domandato a un certo punto Musk retoricamente, con un cenno d'intesa verso Sunak, evocando senza mezzi termini la prospettiva d'una ribellione delle macchine. E l'insorgere – chissà – di robot killer.
Prospettiva su cui l'inquilino di Downing Street è rimasto abbottonato, preferendo lasciar più che altro parlare l'incontenibile ospite, ma che si è ben guardato dal negare a priori.
Necessaria una regolamentazione
Non senza sottolineare a sua volta «la grande paura della gente» sull'impatto di un'automazione 'intelligente' su tanti posti di lavoro, oltre che sugli effetti di un'ulteriore standardizzazione tecnologica da Grande Fratello nella vita degli individui.
Pericoli dinanzi ai quali entrambi gli interlocutori hanno convenuto sulla necessità di un «arbitro indipendente» in condizione di regolamentare in avvenire l'uso dei supercomputer attraverso norme e barriere etiche, da adottare auspicabilmente a livello globale.
Secondo quanto appena sottoscritto nella dichiarazione di Bletchley Park da Regno Unito, Ue, Usa, Cina e una ventina di altri Stati: in termini tanto embrionali quanto per ora vaghi.