Lifestyle Il mito dei carboidrati a cena: sì o no?

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26.1.2018 - 16:10

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Secondo il nutrizionista Michael Mosley, il livello di glucosio si abbassa se si consumano la sera.

Tutti sanno che per mantenere la linea, il momento migliore per mangiare cibi ricchi di carboidrati è la mattina, oppure il pomeriggio, ma entro e non oltre le 5 o le 6 di sera, come raccomandato da tantissime linee guida nutrizionali. Per esempio, mangiare due fette di pane tostato la mattina è decisamente più indicato di un piatto di pasta o delle patate a cena, in quando il nostro corpo, la sera, ha meno tempo di smaltire il glucosio rilasciato dai carboidrati. O almeno così è stato finora.

Dottor Michael Mosley, nutrizionista dello show tv britannico Trust Me, I'm a Doctor, in collaborazione con il collega Adam Collins, dell’Università del Surrey, ha sviluppato una nuova teoria, in netto contrasto con la precedente.

I due esperti di nutrizione hanno condotto un esperimento interessante, che ha coinvolto un gruppo di individui in salute, richiedendo loro di consumare una quantità prestabilita di carboidrati ogni giorno, da fonti alimentari quali verdure, pane e pasta. Per i primi 5 giorni i volontari hanno consumato la maggior parte dei loro carboidrati al mattino, lasciandone solo una piccola quantità per l’ultimo pasto serale. Dopodiché hanno invertito l’ordine: a colazione pochi carboidrati, e il maggior apporto a cena. Durante i 10 giorni di prova, il team di ricerca ha monitorato il livello di glucosio nel sangue dei partecipanti, con risultati a dir poco sorprendenti.

«Le analisi dei ricercatori indicano un livello di glucosio nel sangue pari a 15.9, il giorno dopo che i partecipanti avevano consumato i carboidrati la mattina: un risultato abbastanza prevedibile», scrive Mosley in un articolo per la BBC. «Ma i risultati del secondo test, dopo 5 giorni di carboidrati consumati la sera, hanno indicato un calo nel livello di glucosio, ora a 10.4, considerevolmente inferiore al precedente».

La differenza, secondo il dottore, non è data da «quando» avviene il consumo, bensì dalla durata del periodo in cui ci si astiene dal mangiare cibi ricchi di carboidrati.

«Questo periodo di digiuno è naturalmente il mattino, perché abbiamo passato tutta la notte addormentati», spiega Mosley. «Ma il nostro piccolo studio suggerisce che se ci asteniamo durante la maggior parte della giornata, si può ricavare un effetto simile. In altre parole, dopo qualche giorno di colazioni a basso apporto di carboidrati e cene ad alto apporto, il corpo si abitua e migliora la sua risposta ad un pasto carico di carboidrati la sera».

Sono attualmente in corso ulteriori studi sul tema.

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