Digitale & Lifestyle L’agopuntura non aumenta le probabilità di restare incinta

CoverMedia

25.5.2018 - 16:11

Source: Covermedia

Al contrario di ciò che tanti esperti ritengono, questa pratica non sembra migliorare le chance di una donna di avere dei bambini,

L’agopuntura durante la cosiddetta fertilizzazione in vitro con embryo transfer (FIVET) non aumenta le probabilità di una gravidanza. Lo riportano i ricercatori di sette istituti australiani, che hanno coinvolto 800 donne – prima e dopo aver seguito una procedura FIVET – per esaminare gli effetti dell’agopuntura.

Le donne, di un’età compresa tra i 18 e i 42 anni, sono state seguite in 16 diversi centri FIVET in Australia e in Nuova Zelanda, tra il giugno del 2011 e l’ottobre del 2015, dove hanno ricevuto delle sedute di agopuntura o un altro trattamento placebo (non basato sull’inserimento di aghi), che non trattasse i punti fondamentali.

Secondo i risultati, il tasso di nascite tra le partecipanti nel gruppo dell’agopuntura era del 18.3%, contro il 17.8% del secondo gruppo. Una differenza «insignificante», a parere dei ricercatori.

«Nelle cliniche, l’agopuntura viene personalizzata con variazioni nel dosaggio, per esempio con trattamenti più frequenti prima e dopo i cicli FIVET», ha dichiarato Caroline Smith, della National Institute of Complementary Medicine (NICM), in uno statement.

«La mancanza di trattamenti frequenti è stata un limite per la nostra analisi, ma anche se i nostri risultati non indicano una forte efficacia dell’agopuntura confronto al trattamento placebo, vi sono studi che dimostrano che il successo riproduttivo può essere migliorato quando si procede con l’agopuntura, rispetto al non sottoporsi a nessun trattamento».

Anche dal punto di vista psicosociale, le donne possono trarre beneficio dalla pratica di origine orientale.

«Essere rilassate, alleviare lo stress, stare bene con se stesse, sono tutti fattori importanti per la riuscita del FIVET», ha spiegato il professore Michael Chapman della University of New South Wales di Sydney, e presidente della Fertility Society of Australia.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica The Journal of the American Medical Association

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