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Salute Lesioni oculari: «Presto potranno colpire anche i più giovani»
di Runa Reinecke
22.1.2020
Quali danni può causare ai nostri occhi la luce blu emessa da smartphone, tablet o lampadine a LED? Abbiamo chiesto a un oftalmologo quali sono le conseguenze sul lungo periodo derivanti dall'esposizione a tale luce e quali sono i comportamenti che possiamo adottare per proteggere la nostra vista.
Il nostro mondo digitale brilla soprattutto di luce blu. Stando a quanto affermato dagli studi fino ad ora realizzati - tra i quali uno commissionato dall'Agenzia francese per la sicurezza sanitaria, l'alimentazione, l'ambiente e il lavoro (Anses) - ciò rappresenta un problema per i nostri occhi.
Il dottor Simitrios Kyroudis, direttore del servizio oftalmologico e di chirurgia refrattiva presso la Pallas Klink di Olten, illustra gli effetti sul lungo periodo che la luce blu può comportare per la nostra vista e spiega ciò che possiamo fare per limitare i problemi.
Dottor Kyroudis, a cosa dobbiamo pensare quando parliamo di luce blu?
Le radiazioni elettromagnetiche visibili comprendono la luce, e lo spettro luminoso ingloba tutti i colori dell'arcobaleno. La parte blu dello spettro cromatico emette un'energia fotonica più elevata e più intensa rispetto alla luce rossa, ad esempio. La luce blu è presente nella luce solare, ma vi siamo esposti anche di notte, attraverso fonti luminose artificiali.
Quando diventa nociva la luce blu?
Normalmente, i nostri occhi sopportano bene la luce diffusa, come nel caso della luce del giorno all'esterno. Ciò a condizione di non fissare direttamente il sole e di indossare occhiali da sole con una buona protezione anti-UV in caso di illuminazione importante.
La questione diventa più problematica nel momento in cui si fissa direttamente una fonte che emana in gran parte luce blu, quando guardiamo direttamente una fonte a LED o quando fissiamo lo schermo di uno smartphone o di un tablet in modo ripetuto o su un lungo periodo di tempo.
Cosa succede all'occhio in quel momento?
Al centro della retina c'è una sorta di macchia gialla, la macula. Questa zona dell'occhio è reponsabile della capacità visiva. Se la macula viene esposta in modo ripetuto e persistente, ciò danneggia le cellule fotorecettrici, che muoino. Il che provoca una degenerazione maculare. Normalmente, si tratta di un processo che si percepisce unicamente a partire dai 60 o 70 anni.
Alcuni studi recenti suggeriscono che la degenerazione maculare aumenterà in futuro e si manifesterà forse anche in giovane età, nella misura in cui apparecchi come smartphone e tablet, utilizzati in modo intensivo, liberano luce blu a forte intensità. Certo, dovremo verificare se ciò avverrà davvero. Ma ciò non vuol dire che si possa affermare che la luce blu è unicamente nociva.
Come possiamo accorgerci del fatto che la macula è stata danneggiata?
Le linee e le lettere sembrano un po' deformate, e la capacità visiva è ridotta. Non appena si osservano fenomeni di questo genere, occorre consultare subito un oftalmologo. Per poter ottenere una diagnosi affidabile in caso di degenerazione maculare sono necessari diversi controlli, in particolare un test visivo e un esame del fondo oculare.
Quali sono i possibili trattamenti per le persone colpite?
La terapia dipende dalla natura della malattia. La forma più frequente è la degenerazione maculare secca, mentre quella umida risulta piuttosto rara. Quest'ultima può essere trattata attraverso iniezioni effettuate direttamente nell'occhio.
È consigliata l'assunzione delle vitamine C ed E, di luteina, rame e zinco, quale che sia la forma della malattia. La degenerazione maculare non può essere arrestata in alcun modo, stanti i trattamenti attualmente disponibili, ma la si può rallentare.
Ciò significa che è bene prendere precauzioni in anticipo...
Esattamente. Si tratta di preservare la macula sul lungo termine con l'aiuto delle misure citate in precedenza, al fine di prevenire il più possibile i danni.
Poco fa ci ha spiegato che la luce blu non è unicamente nociva...
I bambini che non sono esposti abbastanza alla luce del sole tendono ad essere più esposti al rischio di miopia.
Ma la luce blu è importante anche per il nostro equilibrio ormonale. Ne abbiamo bisogno in primo luogo per produrre vitamina D, che per noi è vitale. Ma anche il ritmo circadiano è fortemente influenzato dalla luce blu: non appena sorge il sole, l'organismo rallenta la produzione dell'ormone del sonno, la melatonina, e così ci svegliamo.
Soprattutto in autunno e in inverno, quando è più buio, molte persone soffrono poi di mancanza di luce. Per questo, si parla anche di depressione invernale.
Però nella fototerapia si usano anche lampade che emettono in gran parte luce blu. Aiutano a migliorare l'umore, ma allo stesso tempo sono nocive per l'occhio. È una contraddizione?
Ciò dipende dal modo in cui si fruisce di tale fonti luminose; è ad esempio utile non porsi direttamente di fronte a questo tipo di lampade e non fissarle con lo sguardo. Possiamo dunque utilizzarle come luci supplementari in una stanza, ad esempio in bagno o in cucina. La luce diffusa che arriva lateralmente sulla retina è inoffensiva.
Tuttavia siamo direttamente esposti a queste fonti luminose quando lavoriamo su uno schermo, ad esempio. Quali comportamenti raccomanda per proteggere gli occhi, per quanto possibile?
Esistono degli occhiali speciali con filtri per la luce blu integrati per quando si lavora davanti a degli schermi. Inoltre, i dispositivi digitali come i tablet, gli smartphone e i computer portatili sono dotati di filtri simili che possono essere attivati o impostati in determinati momenti.
Si tratta di filtri che devono essere sempre attivati?
L'utilità dei filtri per la luce blu dipende dalle condizioni di illuminazione del luogo. Se quest'ultimo è relativamente buio, gli effetti negativi della luce blu sulla macula sono più importanti: le pupille si dilatano, il che permette a una quantità maggiore di luce di raggiungere l'occhio. Come regola generale, raccomando di attivare i filtri per la luce blu qualche ora prima di andare a letto. Al contempo, verrà liberata della melatonina, che renderà più facile addormentarsi.
Il dottor Dimitrios Kyroudis dirige dal 2018 il servizio di chirurgia refrattiva presso la Pallas Klinik. In precedenza, l'oftalmologo aveva operato con mansioni analoghe ad Atene e ha fondato il Piraeus Laser Eye Center SA in Grecia.
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