Digitale & Lifestyle Mal di schiena: le cause nell’alcol e nel fumo

CoverMedia

18.9.2018 - 16:11

Source: Covermedia

Secondo una nuova ricerca, i dolori di natura muscoloscheletrica nei giovani sono legati anche a disturbi mentali come l’ansia e la depressione.

Tutti sanno che bere e fumare sono abitudini da debellare, dannose per la nostra salute generale, ed associate ad un drammatico incremento del rischio di malattie e mortalità. Una nuova ricerca mette in luce anche un altro fattore importante: il consumo di tabacco e alcolici durante la fase dell’adolescenza sono strettamente legati a condizioni fisiche dolorose, in particolare che riguardano l’area della schiena, e stati psicologici problematici come l’ansia e la depressione.

Il team, capitanato dal dottor Steven Kamper, ha preso in analisi 6.500 teenager, a cui ha chiesto di riportare le loro abitudini relative al fumo, al consumo di alcol, alla frequenza o alle assenze scolastiche, e possibili condizioni di dolore. Secondo i risultati, i giovani di 14-15 anni che soffrivano maggiormente di stati fisici dolorosi – per esempio di mal di schiena – più di una volta alla settimana, erano anche quelli che avevano consumato alcol e/o fumato tabacco nel corso dell’ultimo mese. Le probabilità, rispetto agli adolescenti che non avevano né bevuto, né fumato in questo arco di tempo, erano pari a circa il triplo.

Inoltre, gli studenti con dolori muscoloscheletrici tendono a fare più assenze a scuola (circa il doppio) rispetto agli altri teenager, e a soffrire maggiormente di disturbi depressivi. Il rischio di sviluppare condizioni di salute gravi in età adulta, inoltre, è risultato nettamente maggiore per i giovani che indulgevano in queste cattive abitudini.

«I nostri risultati indicano che è necessario parlare di “dolore” sulla base di uno spettro più ampio quando affrontiamo il tema della salute nell’età adolescenziale», ha spiegato il leader dello studio. «Sfortunatamente, capire le cause e l’impatto del dolore in questa fascia di età è piuttosto limitato. C’è decisamente bisogno di più ricerca sul campo».

La ricerca è stata pubblicata per intero nella rivista scientifica Journal of Public Health.

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