Digitale & Lifestyle Millennials: generazione di obesi

CoverMedia

6.3.2018 - 16:10

Source: Covermedia

Sette individui su 10, nati tra i primi anni Ottanta e la metà degli anni Novanta, avranno gravi problemi di peso entro i 44 anni.

La generazione dei millennials (o generazione Y) è quella più esposta al rischio obesità. Secondo una nuova ricerca condotto dall’associazione britannica per la ricerca contro i tumori Cancer Research UK, oltre 7 su 10 di essi sono ora gravemente sovrappeso, o lo diventeranno nel corso dei prossimi anni.

Una media più alta rispetto a quella dei cosiddetti baby boomer –nati tra il 1945 e il 1955 – di cui «solo» 5 su 10, alla stessa età, raggiungevano un peso altrettanto preoccupante. L’accumulo di grasso in eccesso nel corpo può danneggiare le cellule e, a lungo andare, aumentare il rischio di cancro esattamente come il fumo.

«Essere sovrappeso nel Regno Unito è la causa di cancro più prevenibile dopo il fumo, ma molte persone non sono consapevoli dei rischi», ha dichiarato Alison Cox, dell’associazione non-profit. «Il governo deve intervenire per rendere le scelte alimentari della popolazione più sane. Le nostre campagne contro il “cibo spazzatura” andranno in onda prima delle 9 di sera al fine di proteggere i giovani dagli stratagemmi pubblicitari che troppo spesso promuovono cibi malsani».

L’obesità, o una condizione di grave sovrappeso, negli adulti è strettamente connessa allo sviluppo di 13 tipi diversi di tumori, tra cui quello al seno, all’intestino e ai reni. Tuttavia, secondo i ricercatori, solo il 15% delle persone è consapevole di questa associazione.

«Sono dati assai negativi, ma possiamo ancora evitare che diventino realtà», ha assicurato l’esperta di Cancer Research Linda Bauld. «La generazione Y notoriamente tende a seguire trend alimentari sani, ma niente è più efficace di una dieta bilanciata. Mangiamo tanta frutta, verdura e fibre, contenute in grandi quantità nei cibi integrali, ed eliminiamo il fast food. Questo è il modo migliore per mantenere un peso salutare».

La ricerca dell’associazione si è basata sui dati di un rapporto pubblicato dalla Agency for Research on Cancer (IARC) con sede a Lione, in Francia.

Tornare alla home page