Digitale & Lifestyle Olio d’oliva: i grassi buoni sono la chiave per vivere a lungo

CoverMedia

9.3.2020 - 16:09

Fresh olive oil in bowl and olives

When: 18 Oct 2017
Credit: Carmen Steiner/Westend61/Cover Images
Fresh olive oil in bowl and olives When: 18 Oct 2017 Credit: Carmen Steiner/Westend61/Cover Images
Source: Carmen Steiner/Westend61/Cover I

Gli esperti mettono in luce i benefici di quest’olio se accompagnato da un basso consumo di calorie e un’attività fisica regolare.

I grassi «buoni» presenti nell’olio d’oliva sono il segreto per una vita più lunga, dicono gli esperti della University of Minnesota, USA.

L’olio d’oliva, da sempre uno dei prodotti basilari della dieta mediterranea, sarebbe in grado di attivare un percorso cellulare nel nostro organismo per ridurre le malattie legate all’invecchiamento ed accrescere l’aspettativa di vita degli esseri umani. Gli scienziati sostengono anche che gli straordinari effetti di quest’olio sono più efficaci se accompagnati da una riduzione delle calorie giornaliere consumate e dallo svolgimento di un’attività fisica regolare.

«Abbiamo scoperto che il modo in cui questi grassi agiscono sul corpo è per prima cosa facendosi conservare all’interno di microscopiche cose chiamate particelle lipidiche», ha spiegato professor Doug Mashek, leader dello studio. «Questo è il modo in cui le nostre cellule conservano i grassi. Poi, una volta che il grasso viene disgregato durante l’attività fisica o il digiuno, per esempio, è qui che si realizzano i più grandi benefici».

Professor Mashek sta attualmente lavorando insieme al suo team per tradurre questi risultati cruciali in nuovi farmaci, con il fine di migliorare il regime alimentare e la salute generale dei pazienti a lungo termine.

«Vogliamo capire la biologia e tradurla poi per i pazienti, con la speranza di cambiare il paradigma della sanità pubblica per le persone che si rivolgono a otto dottori diversi per curare 8 problemi di salute», continua il professore. «Queste sono tutte questioni legate all’invecchiamento, e allora, dobbiamo agire sull’invecchiamento».

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Molecular Cell.

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