Digitale & LifestylePesi, palestra, corsa, bici: l’allenamento che giova al cervello
CoverMedia
19.2.2020 - 16:09
Il cardio e gli esercizi ad intensità moderata sono al primo posto per la nostra salute mentale.
Molto più che fisico statuario e muscoli. L’attività fisica fa benissimo anche al cervello, in particolare quella ad intensità moderava o vigorosa, come il training ad intervalli HIIT.
Secondo una nuova ricerca condotta presso la University of South Australia, l’allenamento cardio giova alla neuroplasticità, ovvero l’abilità del nostro cervello di riprogrammare o modificare le connessioni tra i neuroni.
In uno studio sperimentale, il team ha coinvolto 128 partecipanti sottoponendoli ad una varietà di esercizi aerobici diversi, come correre sul tapis roulant o fare spinning sulla bici statica. Alcuni esercizi erano a bassa intensità ma continui, mentre altri prevedevano intervalli ad alta intensità, cioè quelli tipici dell’allenamento HIIT. Sotto stretto monitoraggio la frequenza cardiaca dei volontari, che oscillava tra un’intensità di 50 e 90.
I cambiamenti più drastici sono stati osservati nella neuroplasticità, che definisce la capacità del cervello di modificarsi in base all'esperienza, e di gestire tutti i meccanismi neuronali che generano flussi di energia e informazioni, che attraversano il corpo grazie al sistema nervoso. Questo importante processo, secondo i risultati, avveniva con 20 minuti di allenamento ad intervalli o 25 minuti di esercizi aerobici continui ad intensità moderata.
«Sapevamo già che svolgere attività aerobica facesse bene al cervello, migliora la memoria, l’attenzione e l’apprendimento», dice la dottoressa Ashleigh Smith. «Tuttavia dobbiamo comprendere perché è così benefico e quali sono gli esercizi migliori, l’intensità e la durata».
La dottoressa aggiunge che correre o fare spinning ad alta intensità può stimolare la produzione di cortisolo – l’ormone dello stress – bloccando così l’impatto benefico.
«Ciò che rende il cervello così speciale è che, al contrario di un computer, il cervello elabora segnali sensoriali e motori in parallelo», continua l’esperta. «Possiede tanti percorsi neurali che possono replicare le loro funzioni di modo che, se il cervello presenta un danno, può indirizzare i segnali su un percorso diverso. Più il cervello è elastico, più facile risulta questo processo».
La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Journal of Science and Medicine in Sport.
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