Digitale & LifestylePiante anti-inquinamento: ecco i filtri naturali
CoverMedia
3.1.2019 - 16:10
Purifichiamo l’ossigeno di casa nostra con queste new entry vegetali.
Gli scienziati hanno creato una nuova pianta da appartamento in grado di purificare l’aria che respiriamo e filtrare le particelle tossiche presenti nello smog. In particolare, questa scoperta è eccezionale per le persone più esposte all’inquinamento, se viviamo in una grande città o in un centro molto trafficato, per esempio.
La pianta, sviluppata dai ricercatori della Università di Washington, USA, è stata geneticamente modificata in laboratorio e purifica gli interni aiutando anche a combattere l’asma e le allergie, come la febbre da fieno, che causa reazioni allergiche della mucosa degli occhi, del naso e delle vie respiratorie.
«Le persone non prendono seriamente in considerazione i rischi causati da questi pericolosi composti organici all’interno delle case, ed io credo che il motivo sia perché non possiamo fare nulla al riguardo», ha dichiarato Stuart Strand, co-autore dello studio. «Ora però abbiamo creato delle piante da appartamento che rimuovono questi agenti inquinanti».
Tra questi elementi vi sono il cloroformio, presente in piccole quantità nell’acqua clorurata, e il benzene, componente della benzina, che può arrivare nelle nostre case quando facciamo la doccia o quando mettiamo l’acqua a bollire, oppure dal garage quando parcheggiamo l’auto o conserviamo macchinari come le tosatrici.
Secondo gli scienziati, l’esposizione sia al benzene che al cloroformio è associata allo sviluppo di tumori.
Per l’esperimento il team ha modificato diverse piante per ottenere una proteina chiamata 2E1, che trasforma i composti dannosi in molecole speciali, che le piante stesse possono impiegare per sostenerne la crescita.
I ricercatori hanno scelto il comunissimo Pothos per esprimere questa proteina, e anche perché non fiorisce in climi miti, dunque le piante geneticamente modificate non saranno in grado di diffondersi attraverso il polline.
«Tutto questo processo è durato oltre due anni», ha aggiunto il dottor Long Zhang, leader dello studio. «È un tempo lunghissimo paragonato ad altre piante, che necessitano appena qualche mese, ma volevamo lavorare sul pothos perché è una pianta da appartamento robusta, che cresce bene in tutte le condizioni».
Gli scienziati hanno analizzato diversi tipi di piante, tutte sistemate in provette di vetro, con l’aggiunta di cloroformio o benzene. Nel giro di 11 giorni la concentrazione di queste sostanze non è cambiata nelle piante non modificate.
«Per quelle modificate, invece, la concentrazione di cloroformio è calata dell’82% dopo tre giorni, diventando praticamente irrilevabile entro il sesto giorno», continua l’esperto.
«Anche la concentrazione di benzene è calata nelle piante modificate, ma più lentamente: all’ottavo giorno era più bassa del 75%».
La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Environmental Science & Technology.
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