Salute Più esercizi, meno alcol, niente fumo: cala il rischio di demenza

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23.5.2019 - 16:09

Close-up of woman holding senior man's hand leaning on cane

When: 21 Feb 2018
Credit: Uwe Umstätter/Westend61/Cover Images
Close-up of woman holding senior man's hand leaning on cane When: 21 Feb 2018 Credit: Uwe Umstätter/Westend61/Cover Images
Source: Uwe Umstätter/Westend61/Cover I

Questi fattori sono alla base di una drastica diminuzione dei casi di malattie neurodegenerative tra la popolazione adulta.

Attualmente sono 50 milioni in tutto il mondo le persone che soffrono di un disturbo neurodegenerativo come la demenza. Una cifra già stratosferica che, secondo gli esperti, è destinata ad aumentare ancora fino a raggiungere i 152 milioni entro l’anno 2050.

Eppure, basterebbero dei semplici cambiamenti nel nostro stile di vita attuale, per migliorare la qualità del nostro futuro. Secondo un recente rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), praticare una regolare attività fisica, seguire un’alimentazione corretta, smettere di fumare e tagliare il consumo di alcolici può fare la differenza nella nostra futura salute cerebrale.

Le linee guida degli esperti, delineate nell’articolo Risk Reduction of Cognitive Decline and Dementia, mettono in primo piano l’età come fattore di rischio primario nello sviluppo della sindrome, ma precisano anche che essa non deve essere necessariamente una conseguenza dell’invecchiamento.

Anche se non esiste una cura per la demenza, né una forte arma di prevenzione contro il suo avanzamento, la percentuale di probabilità si abbassa clamorosamente per le persone che più si prendono cura di se stesse.

«È vero che l’età è il fattore di rischio predominante per il declino cognitivo, ma la demenza non è una naturale o inevitabile conseguenza dell’invecchiare», legge l’articolo dell’OMS.

Gli esperti consigliano la dieta mediterranea, che offre un apporto elevato di frutta, verdura, legumi e noci, e supplementi di Omega-3, vitamina B e vitamina E, per mantenere al top la salute del cervello e ridurre il più possibile il rischio di un declino.

Carol Routledge, dell’associazione britannica Alzheimer's Research UK, ha aggiunto: «La predisposizione genetica gioca un ruolo fondamentale nel rischio di incappare in malattie come l’Alzheimer, ma anche se non possiamo cambiare la nostra eredita genetica, possiamo fare in modo di avere le probabilità a nostro favore».

«Iniziamo ora», continua la Routledge. «Non è mai troppo tardi, né troppo presto per prendere delle sane abitudini».

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