Digitale & Lifestyle Proteine: quelle «buone» vengono dalle piante

CoverMedia

12.6.2018 - 16:11

Source: Covermedia

Gli scienziati consigliano di eliminare la carne e sostituirla con le noci: è la dieta Portfolio.

Un’alimentazione a base di fibre e proteine di origine vegetale può fare miracoli per la nostra salute. Lo riportano i ricercatori della Physicians Committee for Responsible Medicine a seguito di un’accurata analisi della cosiddetta Portfolio Diet, un programma alimentare mirato ad abbassare il livello di colesterolo nel sangue.

La dieta Porfolio consiste nel consumare ogni giorno 42 grammi di frutta a guscio (o arachidi); 50 grammi di proteine vegetali, per esempio soia o legumi come fagioli, piselli, ceci o lenticchie; 20 grammi di fibra solubile come avena, orzo, oppure mele e arance, e due grammi fitosteroli da cibi arricchiti con steroli vegetali oppure supplementi.

Come risultato, i ricercatori hanno osservato nei partecipanti a dieta, un calo del colesterolo, un miglioramento della pressione sanguigna e di altri marcatori del rischio di malattie cardiovascolari. Oltre al colesterolo, calato del 17%, si è ridotto anche il livello dei trigliceridi, la pressione sistolica e diastolica, e la cosiddetta proteina C-reattiva, una proteina rilevabile nel sangue prodotta dal fegato. Ancora, il rischio di sviluppare una malattia coronaria è calato del 13%.

«Passate ricerche e studi osservazionali dimostrano che una dieta a base vegetale può migliorare la salute del cuore», conferma la dottoressa Hana Kahleova, a capo della commissione Physicians Committee for Responsible Medicine. «Questo studio indica che alcuni tipi di cibi di origine vegetali sono specialmente efficaci nel ridurre il livello di colesterolo e migliorare le nostre condizioni di salute cardiovascolare generali».

Le cardiopatie sono la prima causa di morte nel mondo, nel Regno Unito al primo posto vi sono le coronaropatie: per questo il controllo del livello di colesterolo, come arma di prevenzione, è così importante.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Progress in Cardiovascular Diseases.

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