Digitale & Lifestyle Salute a tavola: i cereali integrali contro il diabete di tipo 2

CoverMedia

17.6.2020 - 16:08

Two spelt breads and glass bottle of ingredients for preparing spelt bread

When: 09 Jan 2018
Credit: Dieter Heinemann/Westend61/Cover Images
Two spelt breads and glass bottle of ingredients for preparing spelt bread When: 09 Jan 2018 Credit: Dieter Heinemann/Westend61/Cover Images
Source: Dieter Heinemann/Westend61/Cover

Il consumo di carboidrati di alta qualità riduce il rischio di sviluppare la malattia.

Mangiamo cibi integrali per tenere a bada il diabete di tipo 2. Questo il consiglio dei ricercatori della Erasmus University Medical Center e della Harvard T.H. Chan School of Public Health, secondo cui il consumo di carboidrati di qualità, come il pane, la pasta e l’avena integrali, è associato ad un calo delle probabilità di sviluppare la temuta malattia dell’età adulta.

Il diabete di tipo 2 è una condizione causata da un aumento eccessivo del livello di zuccheri nel sangue, e può portare ad una varietà di problemi di salute anche gravi se viene trascurata. Circa 200mila persone ne soffrono solo negli Stati Uniti, secondo gli esperti che hanno analizzato i dati relativi a tre passati studi sullo sviluppo del disturbo. Secondo i risultati, i partecipanti che sostituivano i cibi derivati dalle farine bianche e cereali raffinati, con quelli integrali, rimpiazzando dunque le calorie, i grassi saturi e le proteine della carne con carboidrati di alta qualità, presentavano una riduzione drastica del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

In particolare il team consiglia di evitare il consumo di pane bianco, dolci e cereali iper-zuccherati come quelli più comunemente pubblicizzati (anche i classici cornflakes), e di mangiare più pietanze a base di riso integrale, grano saraceno e pane di segale, ottimi oltre che per la linea anche per la salute del cuore.

«Questi risultati evidenziano l’importanza di distinguere tra i carboidrati di alta qualità e di bassa qualità, quando analizziamo il rischio di incappare nel diabete di tipo 2», dice Kim Broun, leader dello studio. «Condurre studi simili coinvolgendo individui di diversi background sociali ed economici, etnie ed età, può aiutarci a capire meglio come applicare questi risultati su diversi gruppi di persone».

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica NUTRITION 2020 LIVE ONLINE.

Tornare alla home page