Digitale & Lifestyle Sigarette elettroniche: i danni per il cuore

Secondo una nuova ricerca, le e-cigarette sono assai nocive per la salute dei vasi sanguigni.

Abbandonare le sigarette normali per quelle elettroniche è il passo più comunemente intrapreso dai fumatori che vogliono smettere di fumare, ma sono tanti quelli che, purtroppo, si trattengono in questa «fase» troppo a lungo, causando altrettanti problemi di salute.

Il team ha analizzato gli effetti di una varietà di oli diversi, alla base dei più comuni «gusti» sulle cellule dei vasi sanguigni all’interno del cuore: mentolo (menta), acetil-piridina (sapore bruciato), vanillina (vaniglia), aldeide cinnamica (cannella), eugenolo (chiodo di garofano), diacetile (gusto burroso), dimetil-pirazolona (fragola), acetato di isoamile (banana), eucalipto (gusto fresco e un po' piccante).

Secondo i risultati, tutti i partecipanti – i fumatori di tabacco e i non fumatori – manifestavano un deficit simile nella produzione di monossido di azoto quando venivano stimolati da una sostanza chimica chiamata A23187; anche le cellule dei non fumatori a contatto con gli oli di mentolo o di chiodi di garofano hanno manifestato un deficit dello stesso monossido: questo indica che tali «gusti» possono essere nocivi proprio come i danni che minacciano la salute dei fumatori attivi.

«L’aumento dell’infiammazione e la carenza di monossido di azoto sono tra i primi cambiamenti che avvengono nello sviluppo di una malattia cardiovascolare, infarti e ictus, e sono dunque considerati come segnali precursori di malattie del cuore», ha dichiarato la dottoressa Jessica L. Fetterman, leader dello studio. «I nostri risultati suggeriscono che gli additivi che si trovano in questi sapori possono avere gravi conseguenze sulla nostra salute».

Il team tiene a precisare che, in generale, tutti i gusti influenzano la produzione di monossido di azoto, a seconda del loro dosaggio e concentrazione, e provocano la morte delle cellule.

«Le sigarette elettroniche inducono un elevato livello di tossicità sia nei polmoni che nel sistema cardiovascolare», ha aggiunto l’esperta.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica specializzata Arteriosclerosis, Thrombosis and Vascular Biology.