Digitale&Lifestyle Solitudine: una malattia mortale

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2.11.2017 - 12:00

Health & Medicine

When: 25 Mar 2003

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**Only for use by WENN CPS**
Health & Medicine When: 25 Mar 2003 When: 25 Mar 2003 **Only for use by WENN CPS**
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(Cover) - IT Fitness & Wellbeing - Una vita solitaria può causare problemi di salute cronici e aumentare enormemente le probabilità di morire prematuramente. Lo riportano i ricercatori del Royal College of General Practitioners (RCGP), dopo un’accurata analisi dell’impatto dell’isolamento sociale sulle condizioni di benessere generale dei pazienti over 65.

Secondo la professoressa Helen Stokes-Lampard, a capo dello studio, le istituzioni sanitarie dovrebbero «prendere il tempo di visitare» i pazienti «soli» proprio come se soffrissero di una malattia cronica a lungo termine.

«Quando un medico di base riceve un paziente anziano – che molto probabilmente ha perso il coniuge e soffre di una varietà di problemi di salute come diabete, ipertensione e depressione – non si tratta di un problema medico: semplicemente si sente solo», ha dichiarato la professoressa. «Le nostre linee guida dicono che dovremmo parlare del loro peso, del livello di attività motoria, e prescrivere loro altre medicine, ma spesso ciò di cui questi pazienti hanno bisogno è qualcuno che li ascolti, e di ritrovare uno scopo nella vita».

Solo nel Regno Unito sono oltre 1 milione le persone over 65 che soffrono di «solitudine cronica» e che, a causa di questa condizione, hanno più probabilità di sviluppare problemi gravi come malattie cardiovascolari, depressione e demenza. Di conseguenza, questi pazienti corrono il 50% di rischio in più di morire di una morte prematura rispetto a coloro che godono di una buona connessione sociale. Una percentuale che si avvicina tantissimo a quella di morte causata dall’obesità.

«La solitudine e l’isolamento sociale non sono solo questioni che riguardano i più anziani, e non sono problemi che si curano con i farmaci o con un ricovero in ospedale», continua la professoressa. «Devono essere affrontati con il giusto approccio clinico. Le statistiche indicano che le persone sole consultano i propri medici più spesso, e in tanti casi i medici sono le persone con cui parlano più frequentemente».

Lo studio è stato presentato la settimana scorsa alla conferenza Annual Primary Care Conference di Liverpool, in Inghilterra.

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