SpettacoloStefano Gabbana: «Non voglio essere chiamato gay»
CoverMedia
18.12.2017 - 11:13
Nessuna etichetta per il co-fondatore di Dolce & Gabbana, che dichiara: «Le lobby nascondo quando c’è bisogno di proteggersi da un clima avvelenato».
Stefano Gabbana detesta le etichette.
In una recente intervista con Il Corriere della Sera, il designer co-fondatore di Dolce e Gabbana ha messo nero su bianco che le sue preferenze sessuali sono una scelta privata e nessuno ha il diritto di classificarle.
«Non voglio essere chiamato gay, perché sono un uomo. Mi sembra incredibile che ancora oggi si usi questo termine: sono biologicamente un maschio: lo stesso vale per una donna, che è una donna punto e basta, al di là di tutto. La parola gay è stata inventata da chi ha bisogno di etichettare e io non voglio essere identificato in base alle mie scelte sessuali», ha dichiarato Stefano Gabbana al quotidiano.
Con questa nota, lo stilista è determinato a mettere in guardia tutti quelli che identificano le persone in base ai gusti sessuali: «Ho fatto persino una tshirt che presto indosserò con la scritta “I am a man, I am not a gay”. Classificare crea solo problemi: cinema-gay, locali-gay, cultura-gay... Ma di cosa stiamo parlando? Il cinema, i libri e la cultura sono di tutti, anche se capisco che le lobby nascondo quando c’è bisogno di proteggersi da un clima avvelenato».
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