(Cover) - IT Fashion - Stuart Vevers ha ottenuto un risultato a lungo atteso.
Il direttore creativo di Coach è entrato a far parte dell'etichetta americana nel 2013, dopo esperienze in griffe come Louis Vuitton e Loewe.
Una delle sue prime azioni alla guida della griffe è stato dare enfasi all’abbigliamento, con l'obiettivo di creare un intero look «dalla testa ai piedi», che narrasse attraverso i capi la storia dell'azienda americana.
«Anche se siamo più conosciuti per la pelletteria, quando progettiamo una collezione di solito iniziamo con l'abbigliamento. Dobbiamo capire la proporzione e la silhouette, per sapere quali scarpe e borse saranno appropriate», ha spiegato Stuart Vevers al South China Morning Post.
«Per me il ready-to-wear è un vero e proprio business e deve risultare autentico. Non si limita ad accompagnare la pelletteria. Oggi la nostra collezione spazia dal cappotto di shearling a una giacca di velluto fino alla borsa. Questi sono i riferimenti che molti dei nostri nuovi clienti riconoscono».
Il designer è molto orgoglioso del fatto che Coach è ora considerata non solo un marchio di pelletteria, ma una luxury house a tutti gli effetti.
«Un sacco di vecchi riferimenti del lusso, incarnati dalle vecchie case europee, non sono più rilevanti per la nuova generazione», spiega il fashion guru.
«Il lusso, in molti modi, significa una certa formalità: sia in stile che in atteggiamento, ed è stato spesso considerato un investimento eterno. Ora si tratta di una celebrazione più spontanea. Questi nuovi riferimenti coincidono con il punto di vista di Coach e il fattore eccitante nel lusso americano è che ha una certa facilità».
Cover Media
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