Digitale & Lifestyle Studenti: più iniziative, più salute mentale

Il coinvolgimento dei giovani in associazioni sui disturbi psichiatrici porta ad un atteggiamento generalmente più positivo.

La familiarità degli studenti con organizzazioni relative alla salute mentale, così come la loro gestione, contribuirebbero ad abbassare e combattere la stigmatizzazione e la discriminazione tra coetanei. Come riporta lo studio, targato RAND Corporation, un chiaro esempio di ciò è rappresentato dall’ente Active Minds, fondato dalla studentessa Alison Malmon, dell’Università della Pennsylvania, USA, nel 2003.

«Le organizzazioni mirate ad educare i giovani sulle malattie mentali possono essere fondamentali per creare un clima di maggiore sostegno verso queste delicate questioni, durante il corso dell’anno accademico e in tutti gli ambienti dell’università», ha spiegato il dottor Bradley D. Stein, co-autore della ricerca.

Il 60% degli studenti interpellati hanno dimostrato una conoscenza limitata/nulla sul programma di Active Minds, disponibile nella loro sede universitaria. I rimanenti partecipanti, che avevano sentito parlare dell’associazione, hanno dimostrato invece un atteggiamento più sensibile e meno di stigma e pregiudizio attorno al tema delle malattie mentali.

«Pare che il coinvolgimento degli studenti in attività condotte da Active Minds possa apportare dei cambiamenti molto positivi», ha aggiunto la leader dello studio Lisa Sontag-Padilla.

«Vi saranno ulteriori ricerche che si occuperanno di esaminare i vari tipi di attività che comportano i cambiamenti più significativi, e di apire fino a che punto, questo coinvolgimento, può contribuire ad aumentare il livello di salute mentale di ogni studente e la loro capacità di chiedere aiuto».

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry.