Digitale & LifestyleTè verde e vino rosso: a bada le malattie genetiche
CoverMedia
10.7.2018 - 16:11
Un nuovo studio indica che con alcuni composti di queste bevande si possono prevenire alcuni disturbi congeniti.
Secondo una nuova ricerca, il tè verde e il vino rosso sono – oltre che due bevande comuni e largamente apprezzate – anche dei portenti per tenerci alla larga da alcune malattie metaboliche congenite. Lo riportano gli scienziati dell’Università di Tel Aviv, in Israele, secondo cui sarebbe possibile risolvere i problemi delle persone che, nate con un gene «difettoso», manifestano la carenza di importanti enzimi.
Attualmente, in assenza di una cura, tanti pazienti con una condizione di questo genere devono aderire ad una rigida dieta: con questa nuova scoperta, i ricercatori israeliani sono convinti che la formazione di metaboliti tossici possa essere bloccata grazie ai composti naturali che si trovano in queste qualità di tè e di vino.
«Nel caso delle malattie metaboliche congenite, il nostro organismo non è in grado di produrre enzimi metabolici di importanza vitale», ha spiegato la dottoranda Shira Shaham-Niv. «Come risultato, i metaboliti – sostanze che sono, tra le altre cose, gli elementi costitutivi del DNA e delle proteine – si accumulano nell’organismo. Queste aggregazioni non controllate sono tossiche e possono causare gravi disturbi mentali. Il nostro studio dimostra ancora una volta l’abilità della natura di produrre il miglior candidato tra i farmaci per curare alcune delle malattie peggiori che affliggono la salute dell’uomo».
In particolare, il team di ricerca ha analizzato le proprietà dell’epigallocatechina gallato (EGCG), una sostanza che si trova naturalmente nel tè verde, già da tempo al centro dell’attenzione della comunità medica per i suoi potenziali benefici, così come l’acido tannico, un costituente del vino rosso, noto per prevenire la formazione di strutture amiloidi tossiche che causano malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson.
«Stiamo entrando in una nuova epoca, in cui comprendiamo il ruolo e l’importanza dei metaboliti nelle varie malattie, incluse le quelle metaboliche e neurodegenerative, e anche il cancro», ha aggiunto la dottoressa Shaham-Niv. «Gli strumenti che abbiamo sviluppato sono rivoluzionari e il potenziale per aiutare una vasta gamma di pazienti in futuro è enorme».
La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Communications Chemistry.
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