Salute Teenager e alcol: aumenta il rischio di depressione in futuro

CoverMedia

27.2.2019 - 16:10

Source: Covermedia

Gli adolescenti che consumano alcolici faranno fronte a gravi problemi di salute più avanti nella vita.

Il consumo di alcolici nei teenager può portare allo sviluppo di una condizione di alcolismo e disturbi di tipo depressivo nella vita adulta. Così riportano i ricercatori della Università di Illinois, USA, secondo cui l’eccessivo consumo di alcol durante questa delicata fase di crescita può alterare il fattore neurotrofico cerebrale (BDNF), un polipeptide dall’azione vitale per funzioni come l'apprendimento, la memoria e il pensiero, coinvolto anche nel controllo della paura e dell’ansia nella materia grigia del cervello.

Gli scienziati hanno analizzato un campione di tessuto cerebrale di 44 pazienti deceduti, scoprendo che coloro che, da adolescenti, avevano bevuto alcol in modo eccessivo, possedevano il 40% in meno di BDNF di coloro che non avevano consumato alcol in grandi dosi. I ricercatori fanno riferimento al fenomeno del cosiddetto binge drinking, che si manifesta quando vengono consumate più di 6 unita d’alcol in una sola volta: l’equivalente di circa tre bicchieri di vino o birra.

Secondo una statistica che ha coinvolto 36 nazioni europee, le ragazze adolescenti sono tra le più a rischio. Un adulto su 6 di un’età compresa tra i 18 e i 36 anni, inoltre, pratica il binge drinking circa 4 volte al mese, secondo i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) degli USA.

«Se i livelli di BDNF si abbassano per via dell’esposizione all’alcol, il cervello non si può sviluppare in modo normale», spiega il leader dello studio Subhash Pandey. «I cambiamenti epigenetici che abbiamo visto nell’amigdala dei bevitori nelle prime fasi dell’alcolismo, possono cambiare la normale funzione dell’amigdala, che ci aiuta a regolare le nostre emozioni. Questo può causare ad un individuo di essere più suscettibile a sensazioni come l’ansia, come abbiamo dimostrato in altri studi, o lo sviluppo e il mantenimento di disturbi legati all’alcol più avanti nella vita».

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Translational Psychiatry.

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